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mercoledì 2 marzo 2016

tu mi trovi




Sto studiando
per ampliare il suono
per portare la mia voce all’infinto
per toccarlo col dito della creazione
per farlo più piccolo,
meno smisurato di come sembra oggi.
Ti perdo e ti ritrovo,
per i miei gusti, dietro l’angolo,
nelle ombre della casa,
nella penombra della sera,
anche senza occhiali,
a volte all’improvviso
quando sono preoccupato
di non trovarti più.
E tu , tu ne approfitti
subito con le tue richieste
per non perdere,
appeso alla finestra,
l’ultimo chiarore della sera.
Son io che perdo tempo,
tu mi trovi
quando ti pare e piace,
son io l’incapace
che vuole ridurre l’infinito
alla nostra casa
dove ogni cosa pesa,
ha il suo spessore
almeno un quarto d’ora
anche per me.

Gioacchino Ruocco

Ostia Lido                       03.03.016

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