Luciano Di Gregorio
Il tuo volto di spine
Il tuo volto di spine
segna il confine della mia
compiacenza
ai sogni di un’arte concettuale,
trasfigurata, impastata di tanti
valori
che non sai più la vita com’è
fuori e dentro di te.
In cammino nel tempo
affianco mi pongo
l’amaro tormento di cattivi
pensieri
per chiarirmi il mistero
delle parole che scrivo,
che dico, che parlo, che vivo
per parlare con gli altri e
raccontare
la mia storia di nuovo viandante
in cerca di quelle memorie
che danno certezza ai fantasmi
che tornano a galla dal mare del diluvio,
dagli Tzunami dove con le mani
sono andato a scavare
la vita che ho perso
senza aspettare secoli o anni
per un processo alla mia identità.
Oggi è un affanno vivere
coi nuovi misteri di fede.
Chi non crede non è parte di
niente,
di gente che corre a sentire i
nuovi messia.
Ho bisogno di fatti
non di cronache fatte
per vendere copie di copie di
copie.
Ben venga un pensiero sincero
ispirato ai concetti morali
che son sempre gli stessi
senza mezze misure
se anche di quelle abbiamo bisogno
nel mondo del sogno e della realtà
tono su tono.
perduti non persi.
Diversi, confusi
dall’abuso di troppi pensieri.
Non siamo uno solo, ma tanti
con tanti mestieri.
Gioacchino Ruocco
10.03.017 Ostia Lido
Dedicata ai volti di
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venerdì 10 marzo 2017
Il tuo volto di spine
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