A pane ed
acqua
tu mi lasci sempre
ogni volta
che parti
pei tuoi sogni
e nei ritorni
contempli
sentimenti
che tendono
a scoprire
i miei rancori.
Non hai capito
che la mia
felicità
ha altri umori.
Mi assento nelle
assenze
e dei rancori
non ho memoria
per coltivarli a
vita.
Nel mio giardino
coltivo la
speranza
di un tuo ritorno
felice,
di ritrovarti in
mezzo
ai tanti oggetti
accumulati
come il museo di
una vita
che rappresenti
disperatamente
vissuta.
Quel tanto che ci
siamo amati
ha già lasciato
impronte
nella casa.
Il mare a me
difronte
non è una
distrazione,
ma il complemento
della mia ragione
dove approdo
ad ogni tuo
ritorno
coi irragionevoli
inganni
che mi poni.
Alla fine
troveremo anche
noi il senso
al senso della
vita
che percorre
strade infinite
per arrivare al
punto della fine:
esperimento in
vitreo
o al
divenire
che non ha sapere
con sapere
che ti dà il
piacere
sempre
diverso,
sempre alterno,
sempre sprovvisto
dei rimedi al
dolore ?
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 07/04/2014
Inseita nella raccolta "Giorno dopo giorno"
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