La concretezza…
La concretezza
è propria della forma
dovunque si trovi
la materia.
A volte eterea,
di un materiale diafono,
pesante per un muscolo
che non fa un lavoro,
ma solo di idee aperte
alla comprensione.
Materie lontane
eppure come
quelle a noi vicine,
ma senza trine, orpelli,
soltanto perse
come cose non aduse
all’uso della vita,
forse lasciate
o dimenticate nell’abbandono
delle fuga
come succede ancora,
come ieri
in traslochi necessari
alla sopravvivenza.
Senza
nella privazione temporanea
dell’urgenza
o in quella
che a meno, ormai non pensa
che a nuove forme
per l’indipendenza del gesto
dall’obblio del verbo
prendere
se non in altre forme,
come poggiare, spostare,
nascondere
o archiviare
per diversamente farne
un museo
della concretezza del gesto
che ad ogni cosa
da la sua importanza
anche nel ricordo.
Gioacchino Ruocco
10.09.018 Ostia Lido
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