Pierluigi Cappello |
La parte più tenera
Passando dalla tua parte
non oso bestemmiare
contro la sorte infame
che ti ha reso arrendevole,
ma circospetto ad un tempo.
La vita per te resta seduta
su quattro ruote
per arrivare alle cose vuote
e riempirle di poesia
come sto facendo io ora
tirandola fuori da me,
dalla parte più tenera del giorno
quando mi giri intorno
miagolando come una gatta
distratta dagli odori
che l’aggradano.
Eppure non hai bisogno di me
per arrivare in tempo,
anzi sono io ad inseguirti
nei tuoi sogni estremi
o nella tua concretezza.
Hai un modo di vivere
che l’ebbrezza del vino
non è una carezza necessaria.
Tu mi condanni a chiederti
perdono per gli ostacoli
che pongo sulla tua strada.
La tua anima non ha bisogno
di felicità, ne è piena
e tu me la regali
felice di farlo senza ripensarci
senza chiedermi in cambio
che un sorriso
sul tuo volto disteso
consapevole di quello che ti ho fatto
ma teso alla mia felicità.
Gioacchino Ruocco
29.09.018 Ostia Lido
Pierluigi Cappello (Gemona del Friuli, 8 agosto 1967 – Cassacco, 1º ottobre 2017) è stato un poeta italiano.[1] Ha scritto numerose opere in lingua friulana, rientrando nell'omonima letteratura.
L’ultima raccolta, Stato di quiete, si chiude con una breve lirica separata da un foglio bianco, e presentata in corsivo, senza alcun titolo. La considero il sigillo che il poeta appone alla sua vita, e alla sua opera, l’una e l’altra condensate in pochi, essenziali motivi: la vicinanza alla natura e ai giochi infantili, la fede nelle parole che sanno cogliere e proteggere il centro più intimo della realtà.
Costruire una capanna
di sassi, rami, foglie
un cuore di parole
qui, lontani dal mondo
al centro delle cose,
nel punto più profondo.
(Da Stato di quiete. Poesie 2010-2016, Rizzoli, Milano 2016)
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