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mercoledì 26 luglio 2017

A Salvatore Quasimodo




A Salvatore Quasimodo


Come sempre succede
brulicarono i vermi
intorno ai tuoi versi
pronti ad imitarne
il senso e le parole
che da sole
hanno poco da dire
se non le sillabe
e le cadenze
di quel vento a Tindari
che accompagnò
la tua giovane esistenza.

Ma niente era come la tua voce,
il coraggio di quel giorno
di sofferenze piene,
ed echi di ricordi
che da sempre straziano i cuori
a chi
se ne va lontano,
oltre ogni orizzonte
per ridare forza
a quello ch’era già nato
dentro di lui.

A volte
anche in me stesso
che di versi mi nutro
mitigando l’affanno delle mie vertigini
nei tuoi paesaggi,
nelle tue memorie
che in qualche cosa
rassomigliano alle mie.


Gioacchino Ruocco
26.07.017   Ostia Lido


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