Mi davano per morto di lì a
qualche giorno.
ed io incredulo a guardar questi
soloni
che ancor non sanno niente della
vita
incapaci di guarirti un
grattacapo
che a volte sono i figli a procurati
nella loro insipienza, nella
loro pochezza
di esperienze allo spasimo
dietro casa a masturbarsi il
cervello
con strane abitudini che l’umanità
procura.
Il duro lavoro per spaccar le
pietre
lo fanno gli uomini che a
repentaglio
mettono il proprio destino
per avere un panino a
mezzogiorno
o un tramonto da guardare
con un bicchier di vino davanti
con mille pensieri per saper che
fare
per vivere meglio, per
dimenticar
la guerra che li ha visti
sconfitti.
Non è più tempo di rifugiarsi
sotto terra
o sulle palafitte, ma è tempo
di prendere il coraggio tra le
mani
e rendere felice questo mondo
senza pene
con il bene che coltiva il bene
anche quando il cuore dorme
per dimenticar le pene di mezzo
giorno
anche se ha imparato a fare a
meno
del peccato di superbia, dell’onnipotenza
che lo vorrebbe a capo di tutto
il creato
quando ancora gli mancano le parole
per parlare agli altri esseri
per non tradirli
dovendo poi spiegare come
soddisfare
i bisogni naturali, i
comandamenti
che hanno ricevuto prima di noi
per eliminare le diffidenze, le
differenze
e l’eco delle reminiscenze
lontane
nate col primo giorno del creato.
Tutto di là ha origine, dal
primo giorno
quando l’amore eterno era da
venire,
quando il disegno non aveva ancora
line orizzontali e l’infinito
era
una punta acuminata di parallele
che laggiù si incontravano e si
incontrano,
dove non c’è ancora dato sapere
se c’è la perdizione di un
peccato
o una vita piena di illusioni
magiche.
Gioacchino Ruocco
16.07.017 Ostia Lido
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