Non mi resta che piangere
per togliermi l’angoscia di
dosso
per l’amore sprecato,
per la vita
che se ne stava andando
senza spiegarmi le vere ragioni,
dopo un digiuno lunghissimo
con la carne più poca sull’osso,
con il midollo che dentro le
ossa
si è ridotto all’essenziale,
per gli sguardi coi quali ho
indotto
nel tempo ha sprecare
altro tempo
per le mie indolenze,
per le tue doglianze
che ancora cercano di capire
se volevo morire
e per quale ragione
senza buttarmi da basso
ma soltando dormendo
al tuo fianco per non
risvegliarmi.
Non mi resta che piangere
per il tempo sprecato,
per aver cercato
di dimenticare i tuoi baci,
il tuo amore
anche se è vero
che un giorno si vive
e un altro si muore,
ma quando è il momento
che pone l’accento sul giorno,
sull’ora, il minuto.
Prendilo come un saluto
questo sfogo
per il giorno
che un giorno sarà
e al tuo fianco resterò
come una povera cosa
che di tempo ne ha tanto
sprecato
ha spiegarti
che il mio era il peccato di
vivere
senza cogliere le tante
occasioni
e forse le vere emozioni
che tolgono l’uomo dalla pazzia
e dall’indeterminatezza dell’essere
in questo mondo
che non sa cosa essere.
Gioacchino Ruocco
14.07.017 Ostia Lido
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