Anche se mi ritrovo un cuore
capace di resistere
ad ogni tentazione,
ritorna forte in me
la nostalgia del peccato,
di quella che gli altri
chiamano superbia
ed io mi faccio forza
per non averla,
per non soccombere
sotto i colpi
di chi mi vuole male.
Non alzo il pugno.
Non saprei con quale mano farlo,
ma stringo a me
in un abbraccio forte
tutti quelli che incontro.
Io che non son nessuno
e non ho mai accecato Polifemo,
tremo ad ogni battito di cuore
fino a che non ne avrò uno di nuovo,
di nuovo a piangere
sulle mie miserie,
sulle fertili tesi del dolore,
sulle strade che vanno ancora via
verso gli anni più tardi
con una fantasia di speranze
ancora in piedi a vivere.
Se mi accompagnerà un sogno
mi bagnerò le labbra
per darti il bacio
che ancora da me desideri da tanto
fin a quando non mi inchioderanno
come un santo perverso al mio
dolore
sulla croce delle mie nostalgie,
dei miei peccati di presupponenza
senza l’appartenenza a quella
misericordia
che fa l’uomo grande,
che vorrei donarti
per farmi perdonare
dopo ogni alterco
il mio deteriorato amore,
le mie perdenze.
Gioacchino Ruocco
Gioacchino Ruocco
11.07.017 Ostia Lido
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