Sembrava che tutti
Sembrava che tutti
potessero morire,
ogni notte, a qualsiasi ora
quando sentivi
il rombo dei motori
avvicinarsi e non restava
che rintanarsi sotto terra,
dove l’ultima volta
eravamo arrivati
quasi impazzendo
per non aver trovato
un buco vuoto.
Succederà ancora
ma non sto piangendo
come quand’ero bambino
fino a quando
non riuscì a capire
che bisognava vivere soffrendo
almeno fino a quando la guerra
non sarebbe finita.
Ma poi ancora ancora
il sempiterno dramma
della sopravvivenza
con le disuguaglianze
e le apparenze
e quell’impertinenza di qualcuno
che segnava il limite
della deterrenza
che ci ha resi tristi
e tristi ancora
anche quando l’amore vinceva
senza gloria e pater,
senza le bestemmie
che fanno amaro il tempo
della tolleranza
o della fratellanza come vuoi.
Sembrava che tutti
fossero farabutti
e invece ogni tanto
qualcuno si faceva santo
restando sotto
contando all’infinito
prima che il prurito
tornasse alle mani
cercando la meta per salvarsi
ancora
e non restare sotto
desiderando il cielo,
il freddo, il sangue
qualunque cosa
per non credere invano
perdendo la pazienza.
Gioacchino Ruocco
17.11.017 Ostia Lido
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