G. Ruocco - Albero - matita su carta ordinaria cm 11/17 - 1970 |
Più
tardi forse
Quando
le cose si abbreviano,
rinsecchite
nelle loro essenze
la
memoria di esse è un baccello,
un
fuscello, un rametto il ricordo
di
una vita in fiore, di un odore
più
forte, più consistente
come
il sudore di tanta gente
messe
assieme o le loro grida
contro
qualcosa di perso, perduto
che
dappresso non torna
se
non come un rimpianto,
un
risvolto di un accaduto.
Se
è solo questo che mi torna
di
te nel ricordo
senza
scordare la sofferenza
che
l’abbandono mi ha procurato
era
meglio restare senza il tuo sguardo
dal
primo mattino
che
ci siamo incontrati.
Più
tardi forse, ma adesso
il
pianto mi prende come un bambino
che
ha perso qualcosa
e
non sa come fare
per
andare o tornare a cercare
o
meglio capire
se
il mondo sta per finire.
Gioacchino
Ruocco
01.03.018 Ostia Lido
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