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mercoledì 27 giugno 2018





Eri la mia primavera!
Quella dei sogni,
delle parole
che si adoperano
con una voce quieta,
quella dei pensieri
che nascono
spontanei
e senza paura.

Poi in mezzo a tanta gente
ti sei fatta adulta.
Ora aspetti un indulto
per liberarti dalle tue pene
che sono rimaste
irreverenti e tenaci,
feroci
come il cane che azzanna,
come il latrato
che mette paura.

Ora le incertezze
non hanno testa
e la festa
che ancora facciamo
è una pioggia di lacrime
che rendono
arido il terreno
e salmastro
per il carciofo che cresce
con le spine appuntite
per le dita incaute,
per chi malvagio
non ha niente da perdere.

Oggi è la sera
a farmi riflettere.
Dormire col cuore pesante
è uno strano modo di morire
durando nel tempo
per piatire
qualche parole d’amore,
un sentimento.

La giustizia
è una brutta parola
seccata al sole
con una pelle
che non fa ombra
neppure alle stelle,
non mette al riparo
dalle tante ingiustizie
anzi mostra pigrizie
di un lento morire.

Gioacchino Ruocco
28.06.018   Ostia lido

Inserita nella raccolta
Ricordi e giorni senza titoli

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