A due passi da te
A due passi da te
c’è un lasso di tempo
che potrebbe ingoiarmi
per uno sbadiglio,
per un raggio di sole
accecante
che mi toglie la vista
e al grillo parlante
che è in me
manchi la voce
e non sa dire
più chi sono.
Ci vorrebbe il profumo
che di solito metti
che ha odor di confetti,
di roselline
appena sbocciate,
delle tue parole ammalianti
che scrivi sopra al giornale
per dare gioia anche agli altri.
Ti troverò col pensiero
che facendo due più due
di solito
trova il quattro
senza impazzire.
Con le spalle
alla vetrina del bar
prenderò la via ch’è di fronte
fino in fondo
poi a destra e dopo a sinistra
per qualche metro
guardandomi dentro
per esserne certo.
Apprendo dal suono del campanello
che sono arrivato,
che aprendo gli occhi
ti rivedrò nelle parole che dici.
Potrebbe avverarsi.
Ne sarei lo stesso felice
come quando mi prendi
la mano per attirarmi al tuo volto
che da anni colgo
con un tuo bacio
come il cacio sui maccheroni.
Gioacchino Ruocco
04.08.018 Ostia Lido
Nessun commento:
Posta un commento