Comincia oggi un sinodo dal titolo piuttosto vago: “I giovani, la fede e il
discernimento vocazionale”. Ma ancor più incerto è il documento su cui i padri
sinodali sono stati chiamati a “lavorare”.
Il documento si
chiama, appunto, “Instrumentum laboris”,
strumento di lavoro, ed è la traccia per la discussione che verrà. Che peraltro
è già iniziata, con forti critiche che si sono appuntate proprio
sull’impostazione di questo testo preparatorio.
A dar voce alle critiche è stato soprattutto l’arcivescovo di Filadelfia
Charles J. Chaput, eletto dal sinodo precedente nella ristretta rosa
intercontinentale dei vescovi incaricati di organizzare il sinodo attuale.
In un primo momento, la scorsa estate, Chaput ha chiesto di sospendere la
celebrazione del sinodo sui giovani, data la diversa natura delle gravi
questioni che oggi agitano la vita della Chiesa.
E poi, visto che comunque il sinodo si sarebbe tenuto, ha pubblicato sabato
29 settembre la seguente nota critica sull’”Instrumentum laboris”, scegliendo
come tribuna il quotidiano d’opinione italiano “Il Foglio”:
Il testo originale in lingua inglese:
A giudizio di Chaput il documento preparatorio del sinodo “va rivisto e
corretto”, perché “così com’è il testo va forte per quanto riguarda le scienze
sociali, ma molto meno nel suo richiamo alla fede, alla conversione e alla
missione”.
Da padre a
figlio
Che un genitore
ascolti i propri figli
non è un
sovvertire i propri ruoli.
Se non hai
figli chi devi ascoltare ?
Se non ascolti cosa
vuoi predicare ?
La nostra vita
non è mai un deserto
o quel deserto
che parla un’altra lingua
quando il sole brucia
e non avanzi passo
e nella tua
ombra nasconderti non
puoi, non sai
come trovarla, eppur
ti viene
appresso e non ti lascia mai.
Le parole hanno
un senso da sempre,
non vanno
ricreate ogni giorno.
L’affetto che
agita i sospiri non
fa di me un uomo
senza volontà,
anzi mi impone
di discernere
tra patendo o
non volendo soffrire.
Sempre riposto
è in essa il nostro bene
o malessere
liberandosi dei
vincoli ancora
una volta per
dannarci o non
dannarci più .
Gioacchino
Ruocco
04.10.018 Ostia Lido
Nessun commento:
Posta un commento