Se la montagna affiora ad ogni passo
come contrappasso ai miei pensieri
mi perderò di certo come ieri
nel tuo mare, nelle sue tempeste
che mi porteranno sul fondo dell’abisso
dilaniando il cuore e la mente
e l’odissea finora navigata.
Faccio respiri lunghi a galleggiare,
penso ad altre storie da narrare
se il mare non mi toglierà il respiro,
se il cuore non esplode mentre mi giro
per tornare a galla a prendere altro
fiato, altre memorie, altri inganni
e i panni da vestire senza affanno
sul tuo talamo di sposa destinata
che troverò in attesa sul cammino
di un girotondo di idee da sanare
speculando sull’infinito remoto
e quello prossimo che se mi attardo
ancora sarà dappresso al giorno
che verrà desideroso di incontrarti
per onorare con l’incenso i voti
che hai fatto ed io vado facendo
anche se non mi arrendo ancora
all’impervio cammino intrapreso
per contemplare le imprese dei vivi
e degli antenati rifugiati ormai
sul declivio della memoria.
La storia mi porterà alla fine
del racconto noioso e stanco.
Il mio volto gioioso non t’inganni.
Quasi canuto poggerò le membra
davanti casa sopra a quel giaciglio
ancora non disfatto e il ciglio
dei tuoi occhi bacerò trepido
stringendoti al mio petto irsuto
con il respiro di un uomo perduto
nell’oceano della negazione
degli affetti per dar ragione a
l’idea
che governa la vita e insegue nel
cielo le tante lune accese ma
nessuna
mai presa al laccio con la mano.
Gioacchino Ruocco
Inserita nella raccolta “Odi ed odii”
Ostia Lido 26/06/2015
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