Tu la sola che amo
e mi odia tanto.
Alterco con te
fino all’imbrunire
quando ognuno
va a dormire
nel proprio letto
fianco a fianco.
Stanco ti vorrei abbracciare,
ma debbo tener fede
all’odio che mi porti
fin dal primo mattino.
Basta una parola
per arrivare
dove si va a finire
per cose non dette
o sentite male.
Nella confusa luce dell’ingresso
si confonde sempre più spesso
l’uscire col rientrare
nei gesti vuoti
che stanno a scrutare
al posto degli sguardi
deludenti.
Lo stridio di un freno
a volte ci risveglia dal torpore
restituendoci al dolore
della perdita dell’altro.
Quando suona il telefono
nessuno corre
o si corre in due
per dire cornuto all’asino
e no al bue
che resta indifferente
nella mota
quel tanto che gli basta da
poltrire
mentre schiarisce il cielo
a tarda sera.
Gioacchino Ruocco
Inserita nella raccolta “Secondi
e contorni”
Ostia Lido 13/06/2015
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