Dovrebbe risvegliarmi i pensieri
e invece mi affossa l’anima
nei dispiaceri di ieri
ancora irrisolti,
strenuamente difesi
dall’incoscienza
di un carattere
delle non convenienze.
Svegliarsi al mare di Roma
in una foschia
che continua a chiuderti gli
occhi
e ti estenua
col caldo umido
mi toglie il respiro.
Sono anch’io un farabutto
o l’unico stupido
in questo mondo
che non arretra
con mille frecce nella faretra
per ammazzare tutti ?
Acre il sapore in bocca
nonostante tutto.
Di nuovo in piedi
ad aspettare l’ultimo respiro
di fronte a un mare
che mi ispira noia
che di giorno
confonde la sua materia
col cielo
rendendo la cosa più seria
fin dal primo mattino.
Ostia Lido 14/07/2015
Inserita nella raccolta “La ragione e l’estasi”
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