E’ la speranza l’ultima a morire,
ma sto morendo per non averti amato abbastanza
o per averlo fatto da finire i miei giorni nella tua ricerca
tra i dispersi del monte e della valle.
Tutte le balle che hanno raccontato dicono
che stavamo già morendo da predestinati
e pure l’aria avvolgeva la mente
in un disfacimento lento, l’ubriacatura
della natura che chiama a sé le vittime che ama
riamata nella sua follia di paesaggi ameni.
La mia pazzia fu quando ti incontrai
e naufragai negli occhi tuoi come un marinaio
invece di perdermi come un montanaro nelle forre
sentendo l’odore del muschio e dei licheni.
Negli occhi tuoi c’era la follia del tuo amore
che ogni giorno mi tratteneva a stento,
ma mi tratteneva con l’intendimento
di farmi diventare un uomo nuovo
camminando su per il monte a rinfrescar la mente
sul destino dell’umanità
sfuggita agli assalti di chi ci depredava
e ci spingeva in alto pel nostro salvamento.
Io che sapevo soltanto la brezza del mare
stavo prendendo a navigare le cime dei monti intorno
e già mi annidavo sopra un tratturo che toglieva il fiato.
Fu il giorno più amaro della mia vita
quello che mi scansò all’ultimo momento
dal tuo invito che
avrebbe posto
fine al nostro intendimento
e ancor non è finito.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 11/09/2015
Inserita nella raccolta “Aquila forever”
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