Il
senso e la misura di ogni intendimento
non
può fermare l’animo nel fare.
Apparteniamo
alla stessa sorte
che
ci commuove e assilla
e
nessuna forza può fermarci
nel
dare senza misura
fino
al nostro annullamento.
Non
so cosa riserva la morte:
il
mio scoraggiamento non dipende
dell’incognita
che da sempre ci pervade.
L’Ade
non è lo smarrimento da cui deriva il pianto.
È
il rincrescimento caso mai
di
non trovarti più sul mio cammino,
di
non sapere se ci troveremo nell’infinito
che
ci vive intorno o nelle perdite
che
ci riducono all’osso, all’essenziale
che
ancora dopo millenni
sta
a testimoniare la nostra esistenza.
So
che di te non posso fare a meno,
senza
di te la vita non ha senso,
non
so dove poggiare la mia testa.
L’omero
ormai guarito non mi resta
che
nella mente con la gioia che mi dava
quando
sopportava la mia testa,
i
miei pensieri alla tua insaputa.
Sarò
anch’io una perdita ?
Un
essere smarrito nei tanti dubbi
che
ancora resteranno intorno ?
Nell’aria,
nelle nostre anime,
nei
sapori che ci assillano
con
gioie inopportune ?
Ti
ho guardato negli occhi l’altro giorno
e
mi sono accorto quanto tu mi manchi,
quanto
senso dai alla mia vita.
Nel
nudo letto ero rimasto solo
e
giravo sulle dite il tuo sapore
cercando
un do di petto nel ricordo.
Gioacchino
Ruocco
Ostia Lido 2015/09/24
Inserita
nella raccolta “La ragione e l’estasi.”
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