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lunedì 9 gennaio 2017

A Emilio Greco



Il mio silenzio si allunga
con ampie bracciate
lontano
dal fragor della costa
che non si sposta di una virgola
dal suo sciabordio.
Se non adesso quando
nel bisogno che ho
di un lungo silenzio,
di uno stupido
pomeriggio
di contemplazione ?

L’orazione che torna
nei miei ricordi
come i sugheri
annaspa nell’onda
senza affogare
e tutto si leva e si abbassa
lasciando negli occhi
ora il paesaggio
ora l’ormeggio
che più lontano si fa
col pensiero che annaspa
come una raspa
sugli spigoli della pietra
ferma nell’avventura del divenire
per farsi
memoria del tempo che resta.

Faremo una festa
del tempo rimasto
consacrando nell’io
la voce di dio,
il suo volto
come il mio stravolto
a tornare
con bracciate
che più ampie non sono
se non nel mio cuore.

Gioacchino Ruocco  Ostia Lido
09.01.017




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