Poche volte sento in poesia parlar
di verità
mentre la gioia si consuma nel
verso
in cerca di qualcosa che esclami
e ci risvegli dal torpore delle
assonanze
di versi melensi.
Perdiamo troppo tempo, senza
appartenervi,
a quei paesaggi stereotipati
che calamitano la memoria e le
emozioni
pensando a imitazioni che possono
dare
calore al cuore e aria alla
memoria
nel riconoscerne le sembianze
come cura per l’artereosclerosi.
Preferisco l’assolo e no il disinteresse
per tutto quello che ho cercato e
vinto
come premio concreto a questo
affanno
che mi rende vivo e di ricordi
ognora.
Tutte le strade percorse si
affacciano al ricordo
con le atmosfere che ancora vivo
dove mi trasferisco
con i mezzi di oggi per rinnovarli
col mio sentire.
Dove sarò domani è ancora fuori
luogo,
ma sto correndo appresso al
coltello*
che mi ha squarciato il cuore
facendomi invecchiare all’improvviso
nel tuo dolore
per la mia mancata consegna al
paradiso.
Gioacchino Ruocco
20.09.017 Ostia Lido
Constantinos
Kavafis, "Malinconia di Iason di Cleandro, poeta in Commagène" -
Traduzione
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