Tentare un’altra
strada,
quella che
non ti aggrada,
ma di
gradino in gradino
punta nel
punto più alto
della vicinanza
all’idea
che non è
ossequio
di pervenire
a Dio
adeguandoci
a Lui
nella
conoscenza della natura
per
superarne i limiti
in essa
accumulati.
Passando per
il buio della siepe
è possibile
trovarsi nel chiarore
prima della
luna, poi delle stelle
nella loro
infinita consistenza
che evapora
e sostanzia il creato.
Guardando il
cielo
troveremo
dentro noi
l’emozione
che svelerà
ai nostri sensi
l’dea di dio
e le ragioni
della sua sostanza.
Ci
guarderemo negli occhi
come in uno
specchio
comprendendo
di che siamo fatti.
Se per
assurdo non è un teorema
ci troveremo
in pace assieme a Lui
sorridendo
della nostra natura,
del peccato
non voluto,
della gioia
di ritrovarci a casa
in un solo
lampo.
Gioacchino
Ruocco
Ostia Lido 12/08/2015
Inserita
nella raccolta “La ragione e l’estasi”
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