L’amore quando si avvera
non fa mai sera
e mai mattino appresso,
ma è un lungo andare
come Ulisse in mare
per trovarne la somiglianza
vera,
il tenero volto
che tiene avvolto il cuore
nella speranza
che ogni pena ha fine.
Amarsi all’infinito
senza stancarsi
sempre con gli occhi affissi
nei tuoi occhi,
senza parlare
che le parole
non sono mai adulte,
ma vecchie
e giovani,
bambine
coi sospiri di una notte dolce
o di un giorno
senza malelingue.
I suoi dolori
a volte misteriosi
a volte lucide follie
a volte senza posa
a volte un gioco
della mia pazzia,
sono dolori
che la lunga notte
prepara come le mele cotte
a dar profumo e sapore
anche alla noia
che appare e poi scompare
come in un sogno.
Gioacchino Ruocco
Ostia lido 18/07/2014
Inserita nella raccolta “Odi e
odii”
* Suggerita dalla verso di chiusura della poesia di Umberto Saba "Ulisse"
Nessun commento:
Posta un commento