Reietto fino ai punti
esclamativi
delle chiacchiere da banco.
Mai stanco con la luce accesa
tutta la nottata
ripasso la storia che c’è
stata fra di noi
sperando in qualche virgola che
freni
i ricordi e le intemperanze
di chi ha troppa fantasia da
sprecare
nel naturale succedersi dei
fatti.
Mi sento troppe volte
come il cane di guardia,
l’incertezza in cerca di
speranze,
il fremito che assale e non ha
un eco.
Ripasso il tuo volto,
il tuo corpo tiepido
e quel che trovo è solo qualche
piega
che la pelle non mostra,
ne qualche brivido.
Immagino di essere
fuori dai confini della terra
senza una guerra da combattere,
ad aspettare che si faccia
giorno
con una faccia
che riconosco appena
nel vivere i miei giorni.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 02/07/2014
Inserita nella raccolta “Odi ed
odii”
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