In un lontano altrove
dove la realtà ha altri nomi,
dove gli spazi sono smisurati
o incandescenti per la nostra
specie,
non so cosa avremmo fatto
per la nostra sopravvivenza,
cosa potremmo coltivare ancora
per rimediare qualcosa come oggi?
Ogni angolo qui ha mille specie,
mille parole per disintossicare la
mente
e mille astuzie per riempir la
pancia.
Tu invece volevi girare il mondo
per dare compimento alla tua vita
come un uccello nell’aria che
trasmigra
quando è il tempo di farlo
alla stagione propria.
Io come te l’ho già provato,
giusto quel tanto che disincantato
son ritornato a due passi indietro
da quello che già ero.
Dentro ho un mistero
ancora non svelato
e dei rimpianti,
ma più di tanto non so cosa fare
per addormentarmi la sera
felice affianco al tuo respiro.
Ancora forse non ci siamo detti
che disuguali come siamo nati
non eravamo fatti l’un per l’altro,
non eravamo della stessa pasta ?
In un lontano altrove,
sulla stessa strada.
avremmo fatto lo stesso comunella
trovando nell’odore della pelle
il nostro minimo comun nominatore
che senza aver paura l’un dell’altro,
senza scambiare un bacio per
veleno,
senza rovistare nel tuo seno
con avarizia e tu nel mio
dove ancora ti rifuggi appieno
cercando
l’odor del fieno della prima volta
dove sentimmo l'amore all’improvviso
fiorire dentro agli occhi,
sul tuo viso e sul mio
come se il paradiso si fosse
avverato
anche per noi,
l’unico e solo che ci era dato.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 23.02.018
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