non sanno per se stessi
Come un refrigerio tonico
mi proponi la solitudine incantata
dei tuoi paesaggi.
Per sopravvivere l’alternativa
è andare in giro
a cercane altri.
Manifestamente
mi tocca immaginarli:
non ho altro artifizio
per trovarli,
neppure la sementa
del mio pianto
che libera da schemi
di rivalsa
semina la campagna arsa
dei miei ricordi.
Tutto è perduto.
Visto dall’alto
è ancora peggio:
un tetto sfondato
e un assedio stretto
fino alle fondamenta
e nelle mani di chi
non ha un sentimento
per farli risorgere.
L’unica acqua è al pozzo,
ma i muri sono secchi
e scalcinati e le pietre
pronte a crollare
nell’avarizia di quelli
che rimasti
non sanno per se stessi
cosa fare.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 22.02.018
Edward Hopper
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