Il benessere dell’obbedienza
che in te ha lasciato l’essenza
di una morte precoce,
l’insonnia della tua bellezza
nell’ asprezza del
ricatto affettivo,
sembrò un premio e
non un martirio
a chi ti chiese di
dargli ragione.
Ma il desiderio che
batteva alle porte dei tuoi sensi
sempre più forte con lo sbocciare del cuore
non poteva restare un
bocciolo mai schiuso,
un refuso di stampa, una voce adusa
a restare un incanto senza magie.
L’età che ti porta via dall’infanzia
avanza pretese che
frantuma l’incanto
dell’ incoscienza.
E chi senza peccato di disubbidienza
non sa cosa sa la tua
mente
il tuo cuore
sempre pieno d’amore
ancor oggi che nel tardo meriggio
sconfigge la noia di
chi
ti sta attorno e non sa cosa fare,
come si possa campare
e poltrire morendo.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 03/11/2014
Inserita nella Raccolta "ODI e odii"
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