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venerdì 14 novembre 2014

Le essenze della solitudine



Tra tutte quel che servono
un buon ricordo non guasta mai
ed il rimpianto di averti soltanto sfiorata
nei primi giorni della mia esistenza
perdendomi nei tuoi occhi
che mi accarezzavano dovunque andavo.
Tra le essenze sceglierei
l’unica carezza
che poggiasti sul mio volto di ragazzo
appena sbocciato all’adolescenza,
quand’io tornavo e andavo
dai tuoi occhi
agli altri che mi vedevano appena
come un’essenza con i primi fiori.
Tremavo al tepore dei tuoi sguardi
e ne desideravo la dolcezza
che adesso stento a ritrovare
nei ricordi di tiepidi meriggi
o nella frescura del glicine
del tuo terrazzo ameno
fin tra le chiome degli alberi.
Giardino immenso dalle voci astratte
in un clamore che mi assorbiva
e ricreava il cuore
dal dolore che l’aveva invaso.
Non sapevo le erbe
ma il mio naso seguendo i tuoi consigli
andava in cerca nell’alito di vento
che si muoveva intorno
delle essenze che mi raccontavi.
Quale odore scegliere per ricordarmi di te
nella mia solitudine
che mi riporta alla tua
che non ho più avuta ?
Cercherò forse il mandarino
che ancora mi dà animo e ristoro
o l’odore dell’alloro
che sottile nell’ombra s’addormenta
tirandomi da dentro la tormenta
che a volte torna
rendendomi incapace
anche nel sonno di reagire
e correre a ricercare
il tempo della pace,
il tuo respiro che m’acquietava
rendendomi felice.

Gioacchino Ruocco

Ostia lido               15/11/2014
Inserita nella raccolta "Secondi e contorni"

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