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sabato 10 maggio 2014

A mia madre di Delfina Ruocco

A mia madre
Socchiudo gli occhi, mamma, e ti rivedo
seduta là nell’angolo in cucina
col tuo lavoro a maglia o all’uncinetto
con i tuoi occhiali e con la testa china.
Socchiudo gli occhi e quando li riapro
sento una fitta lacerarmi il cuore,
non posso più vederti, né toccarti
e mi riavvolge - perfido - il dolore.
Lo strazio che perpetuo si rinnova
quando il pensiero mio ritorna a te
e mi chiedo perché te ne sei andata
lasciando un vuoto immenso dentro me.
Mi abbandono ai ricordi di bambina,
ai giorni dell’infanzia spensierata
e mi rivedo insieme ai miei fratelli
nella piccola casa tanto amata.
Tu che cantavi intenta alle faccende,
che parlavi in dialetto veneziano,
che ci seguivi attenta con lo sguardo,
pronta, nel caso, a tenderci la mano.
Ci hai tracciato la strada della vita
scostando i sassi per non farci inciampare,
amandoci con tanta dedizione
come solo una mamma riesce a fare.
Ci hai fatto grandi con tanta fatica,
con pochi soldi ma con tanti affanni
che tenevi segreti nel tuo cuore
per non impensierire i nostri anni.
Hai affrontato impavida le prove
per te tenute in serbo dal destino
e se la forza a volte ti mancava
chiedevi aiuto al soccorso divino.
Gli anni sono trascorsi lentamente,
o troppo in fretta, a ripensarci ora.
Vorrei tornare indietro con il tempo
per rivederti e riabbracciarti ancora,
per chiederti perdono dei miei sbagli,
e ricevere in cambio il tuo sorriso,
per riascoltare la tua cara voce
e accarezzarti dolcemente il viso.
Vorrei trovar conforto in un tuo abbraccio
quando mi sento sola o preoccupata,
rannicchiarmi sopra le tue ginocchia
e sentirmi di nuovo coccolata.
Lo vorrei, mamma cara, ma non posso,
perché la dura legge della vita
è che chi nasce, prima o dopo muore,
e paga quindi la contropartita.
Ma nel mio cuore serbo la speranza
di ritrovarti ancora, oltre la morte
e di correrti incontro, finalmente,
quando sarà compiuta la mia sorte.
Ti tenderò le mani sorridendo,
e forte al cuore tuo mi stringerai,
ed entrambe sapremo in quel momento
che dopo non ci lasceremo mai.
Delfina Ruocco - Novembre 2007



La mamma e il papà di Delfina Ruocco


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