Imprevisto è stato il pensiero
che ha dilaniato la mia calma
che calma non era neppure
apparente.
Sapevo da tempo
che il tempo che dura tutta una
vita
mi avrebbe portato gioie e
dolori
e avrei assaporato le mille
sconfitte
che in dote mi avevi portato
come le mie che ti avevo donato
come versi di una poesia di
mille speranze.
Cosa mi resta del mistero che ho
appena svelato ?
Una pazienza che ancor non si arrende,
una sfida da sempre impari e amara
a immagine e somiglianza
di chi ogni giorno prepara
il sushi, i bignè, il pollo allo
spiedo
per tenerci in vita sulla
graticola
con tutti i contorni che nessuno
rifiuta.
Altre illusioni ogni giorno
e la bocca è più amara,
più avara e più ingorda e le
mille ferite
sono il miele, il naspro, la
colla
che attacca la lingua alla mente
mentre la vita si fa più
indecente
e le mani hanno perso la
forza
per sognare quel che di concreto
ci resta:
gli avanzi che andranno a male
come rifiuti speciali.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 09/05/2014
Inserita nella raccolta “Odi e
odii”
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