Vengono da sempre, non da oggi,
da dove un giorno fu il giardino
eden,
non solo a chieder pane ed
accoglienza,
ma a portare il verbo e la
speranza
di storie antiche che ancora
avanzano
crediti da Dio, una vicinanza
che
in altre storie si allarga e si
ribella
all’abbandono di chi è venuto
e non è più tornato se non con
parole
che son diventate croci che non
danno
alla luce la forza di svelare
tutto l’universo
e l’inganno della morte amaro
invece di godere della vita,
del tempo e della storia.
Basta voltarsi indietro e la
memoria
è sangue che dà vita ai nostri
corpi
che agognano una terra ove lo spirito
si avveri nei mille
tentativi
di varcare l’infinito che ci
afferra il cuore,
di navigare un fiume dalle acque
dolci
per approdare alla calma ed al
silenzio
che ci ricordano l’immenso
paradiso
che si è perso nel fuoco e nel
terrore
di una notte che non chiude gli
occhi
neppure al canto dolce del tuo
cuore.
Siamo in attesa ancora di parole
che sanno raccontarci questa storia
senza più bugie e mai più
vendette.
Guarda gli occhi che piangono,
le bocche che dicono parole
con echi del passato. Storie che
abbiamo
già portate alla luce mille
volte,
scheletri che ormai ci
rassomigliano.
Noi siamo quelli che già vennero
scagliati nell’Averno dal
terrore
di non godere appieno della vita
in quella notte che la città
distrusse.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 09/16/2014
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