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sabato 13 maggio 2017

Il mio corpo da nudo






Il mio corpo da nudo
pur non attraversato
dalla ruggine
ha varchi nel cuore
che fanno un rumore
come il soffio del vento
che attraversa il relitto.

Quando per troppo tempo
si dimentica
un corpo nel sole
nel vento nella salsedine
deperisce
per morire senza rimpianti.

Ma le ossa, lo scheletro, il corpo
danno più noie da morto
che schifato da vivo,
dannato
chè la morte porta corrivi
e il pianto negli occhi
e un pensiero
che chiede vendetta
per un bene lasciato a marcire.
Anche un ferro
che offre memorie
non dovrebbe morire così.
Potrebbe avere storie
da raccontare,
torti patiti nel mare
trasportando  i sospiri e il pianto
di gente in cerca di pace,
di un pezzo di pane
nella quiete
di un pioppo,
nell’ombra di un tetto
appena approntato
e a domani le mura.

Gioacchino Ruocco

13.05.017 Ostia Lido

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