A quest’ora il cane non abbaia.
Lo farà quando lo lasceranno
solo,
chiuso in casa,
ad aspettare il ritorno del
padrone.
Le sue note stonate
danno i brividi
e mi assale una malinconia
che ha di grave
la nostalgia del piacere
senza sentirmi dire
cosa debbo fare
per averlo.
Correrei all’impazzata
come non ho mai fatto
a capo fitto
dentro le tue voglie
fin dentro l’anima
per arrivarti al cuore,
al tuo cervello,
ai neuroni
che sono un po’
più freddi dei miei.
E giù nel verde
ad aspettare un’ape
che succhia il miele
dalla testa di una rapa
per un manifesto di eguaglianza.
E se non è così,
così sarà.
Questo è il mio tempo,
questo mi offre,
questo ti dà
la vita che possiedo
senza abbaiare,
senza cercar perdono,
senza arruffianarmi
alla gonna
di una padrona infame.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido, 19/08/2014
Inserita nella raccolta “Secondi
e contorni”
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