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lunedì 8 settembre 2014

C’è ancora il telefono spento




Come capita a chi è fuori di casa
che a naso vive ogni giorno
mi scegliesti  come vicino di banco
più stanco di me del viaggio,
più allegro e io sornione.
Al bar sotto casa
il caffè del mattino
e le prime mattane
che raccontasti.
Poi un giorno tornasti da casa
con buste di latticini,
salami, biscotti e pane cafone.
Un bicchiere di vino
delizioso e amabile
per fare il dottore in agraria.
Non era così.
Le nostre idee
si accapigliavano
su tutti i principi.
Sacrosante come dogmi
erano le nostre tesi.
Passavano i mesi,
sembravamo fratelli
ed ora tra quelli
che sono già andati
ti faccio la posta.
Ti chiamo e aspetto
una tua risposta,
ma il gestore dice:
- Al momento
non è raggiungibile.
Potrebbe essere spento,
da quella sera
quando il cielo
vibrò con le stelle
cambiando colore.


Gioacchino Ruocco

Ostia Lido       08/09/2014

Per “Aquila forever”

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