Andando a
letto
per non
perderti
cerco di morire
ogni sera
tra le tue
braccia
ma mi sveglio
al mattino
felice di
trovarti ancora a fianco.
Se fossi
stanco
me ne sarei già
andato
scendendo le
scale
che hanno un
do di petto
troppo basso,
troppo per un
diletto
che si esaurisce
in fretta.
Ti aspetto
come al solito
in deliquio
per i tuoi
occhi astuti
che scavano
nei miei
sostanze
che sopravanzano
i pensieri
nottetempo
sciogliendo i
nodi della sofferenza
in tenue note
di una rapsodia
che ci accorda
e ci porta
dove sconfina
il cielo nell’aurora.
La voce in
fondo
che ricorda il
mondo
non è il
fondale della tenerezza.
La scena vive
della nostra ebbrezza
che mi tocca
la mano
e prende il
cuore
nelle spire dell’incoscienza
eterea.
Gioacchino Ruocco
Ostia lido 5/09/2014
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