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venerdì 12 gennaio 2018

Ho già vissuto tanto di quel tempo






Ho già vissuto  tanto di quel tempo,
ma non mi basta per tornare indietro
neppure al giorno in cui la mia esistenza
venne al mondo per divorarsi l’anima
nella carne che mi fu prestata.
Ancora oggi certe ragioni perdono
la faccia, ma ognuno fa e dice
che noi nasciamo solo per amore
per la gioia di dare e prenderci
fino allo spasimo l’anelito dell’altro
per perpetrare l’esistenza
a immagine di chi ci diede vita.
Nel riandare sembro un viandante
che si orienta male nelle cose
che ricorda, nel ricercare negli altri
i volti persi nelle troppe assenze.

Rendendomi conto del mio anelito
era inevitabile che le macerie
dei tanti terremoti seppellissero
parte dei miei ricordi, ma non la campagna
rimasta sconfitta già tante volte
senza redimere una parte almeno
delle vite consumate in essa e le fabbriche
ormai silenziose e disfatte dalla ruggine
rimaste come rottami offesi
che solo al vento offrono resistenza
e un esercizio di sibili vibranti
contro circostanze che alternano progetti
in un futuro incerto mentre le pietre
della casa dove sono nato sono le sole
a rompere la monotonia del vicolo
che ancora vive di anime distratte
che passano da tempo al loro fianco
scordando il terremoto dell’ottanta
dopo un’imbiancata al muro di confine..

Gioacchino Ruocco

Ostia Lido           11.01.018

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