Il numero di Mersenne.
Sarà forse come il confine dell’anima
che a dismisura avanza e si ritrae
dalla vita intorno
ad ogni mal partito,
ma io senza scorno
sento di vibrare
appena il giorno abita la luce
che mi conduce senza indugi
per sequenze a volte disarmoniche
da un rifugio all’altro
in cerca di un sogno che avalli
le mie brame.
Semplificando la crittografia
adopero gesti inusuali,
il fischio degli uccelli,
il salto della rana
e parole dal sapore semplice
ma quasi smisurato,
per raccontarti
l’avventura
che provo ogni volta
che riesco
a starti in sintonia
senza fraintesi.
Se fossi sol io a comprendermi
la smetterei di giocare.
Mi accorgo invece
che con il mio sognare
non riesco a farmi amare
come vorrei
creando suoni per giocare,
per trovare un’eco
dove rispondi al mio richiamo
prima che il numero di volte
non diventi primo
stancandosi a morte
su per la collina
che mi riporta non sempre pronta
l’onda
l’onda
del tuo acconsentire
alla mia voce.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 12.01.018
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