Abbiamo
camminato assieme fino adesso
con tutte le
incertezze del mio essere
per non essere
uno dei tanti
o un santo
senza un’aureola.
Ora che sento
l’impossibile
arrivarmi addosso
disteso mi
preparo senza requie
per sopportare
il peso iperbarico
su tanta
superficie del mio corpo
senza
sofferenze.
Sarà una
scelta sbagliata anche questa
o è la
finestra aperta
che non porta
aria ai miei polmoni ?
M’inchiodo
tutt’i giorni alle mie scelte
e ne rispondo
senza titubanze
per fare che
il resto dei miei anni
non abbia
equivoci e sostanze
di parole
effimere
in stucchevoli
diatribe.
Non cambia il
suono alle parole la mia rabbia.
È la voglia di
non sentirmi preso
nella morsa
del pensiero altrui
se non quando
un bisogno si prepara.
Andiamo
dunque! E’ tempo di pensare
che quattro
passi non vanno all’infinito
e se alla
guerra ormai ci siamo andati
sconfitti siamo
o persi nella storia
soltanto nostra, sempre sconfitta
e senza una memoria
per l’ignavia
altrui.
Gioacchino
Ruocco
Ostia Lido 27/03/2014
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