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lunedì 26 gennaio 2015

Altre storie…

Rivarolo canavese 



Cosa troveremo alla fine nella nostra storia ?
Altre storie che non ci appartengono
con le quali non avremmo mai voluto venire a contatto,
avere un motivo per farlo ?
Succede ogni giorno, volente o nolente
come quando ti fermano per chiederti
una semplice informazione,
quando qualcuno ti guarda e tu chiedi perché.

Perché non dovremmo parlare con gli altri
e ridurre il nostro mondo
alle quattro mura di casa,
alle strade intorno ad essa,
ai percorsi di una famiglia
che nel bene e nel male
ti ha generato e cresciuto ?

Quando senti il bisogno di andare
non riesce a fermarti più niente,
neanche la paura e l’incertezza
con le quali il mondo intorno ti assilla.
Una fredda mattina o era una sera,
sono uscito di casa per cercare altrove
il mio tempo dell’avvenire,
della rivelazione dei miei sogni
in concrete sostanze di vita.

Non lo so perché ho scelto una strada per l’altra,
ma l’ho fatto con tanta certezza,
con l’allegria di un pazzo o di un ragazzo
cosciente di andare e tornare
se le cose non fossero andate come voleva.
E imparai portato dall’onda
che dovevo stringere i denti per non fallire,
ma sto ancora cercando di capire il perché,
il per come, l’abbandono che mettevo da parte
come una parte di me sotto contratto.

Ero figlio di chi , di che cosa ?
Chi era il mio Dio che mi toglieva il riposo
dalle mani della domenica, dalle ore di sonno ?
Chi ero, come oggi che ancora mi affanno
nel panno bianco del giorno
senza ritorno al rigo di sopra ?
Tra le mani ho una storia col volto di tanti,
l’eco di tane ragioni che ancora non hanno versi
da mandare a Sanremo
per togliere l’ultimo freno alla vita
che chiede un’altra speranza,
un volto tra i tanti passatomi accanto
con gli occhi come i miei in cerca di gioia
che rischia di perdersi in un mare di noia.

Gioacchino Ruocco

Ostia Lido       27/01/2015

Inserita nella raccolta “Odi e odii”

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