Mi cacciarono via dal paradiso
senza rimpianti
perché il mio sorriso era spento
appresso alle tue parole
disuguali, arrabbiate
inadeguate al mio spirito.
Avrei voluto giustificarmi,
ma il pianto si arrese
alla commozione
e fu un diluvio
di effluvi
di altri sensi.
Troppo facile
quando io per prima
confidandoti
la mia inadeguatezza
avrei voluto
metterci una pezza
su tutto quello che non andava.
Mi guardarono
come una cosa spenta,
senz’anima
per tornare ancora.
Avrei voluto perdermi
in un’ombra
dietro la panca,
ma attraversai la stanza
senza un grido
nella lontananza
delle ombre attese
per perdermi all’istante.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 05/03/2015
Inserita nella raccolta “Black
hole”
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