Come un treno dal lieto
pensiero
di mille colori e voci di raso
di gente che si inerpica e va in
cima
ancora per qualche ora mi porta su
dove le vertigini si fanno più
fiorite,
più voragini di vuoti e voglie
di voli
anche se come quaglia approdo
dal mio nido
nel fango del fiume che ha
argini
di sabbia dai colori delle montagne
che sono scese a valle
nel diradarsi delle alture
intorno Roma come immature
sostanze
ancora non ferme nella speranza
di un’isola più a valle nell’ansa
più curva alla Magliana.
Troppo tempo divora questo fiume
di foglie e strepiti di folaghe
di sghiribizzi del vento che
attorciglia
i gemiti di tutto quello che
vibra e non ha requie.
Ti perdo a poco a poco nei
gorghi
che l’acqua inanela attorno ai sassi
togliendo la vita a quello che
si spreca
e si fracassa come una lieve
traccia di creato.
Se avessi tempo verrei appresso,
viaggiando sulle rive, al tuo
destino
che corre a valle quasi
all’impazzata
tornando ogni giorno a
riproporsi
come un sogno impossibile che mi
afferra
mandandomi segnali di saluto
fin quando non avrò la stessa
sorte
come un delirio che quasi sa di
morte.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 11/04/2015
Ostia Lido 11/04/2015
Inserita nella raccolta “Secondi e
contorni”
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