Ti ho incontrato girando l’angolo
come
la perversione delle cose oscure.
Sicuro
di non riconoscerti
ti
ho guardato con un occhio distratto
dall’autobus
che arrivava.
Liberandoti
di me
ti
sei fatta più bella di ieri,
ma
tu più distratta che mai
mi
hai chiesto chi ero
e
sorridevi affranta
sul
mio rovinarti il giorno,
un
appuntamento più tardi.
Lasciandoci
ci siam guardati ancora
e
ti ho cercato indietro nel tempo.
Tu
non mi hai riconosciuto
e
io ti avevo già confusa con un’altra.
Eppure
il tempo di dimenticarti
era
così poco
e
il tuo sarà stato ancor più breve,
il
giorno dopo, forse,
quando
la neve seppellendo la strada
aveva
cancellato i nostri passi,
i
nostri volti
stravolti
dall’idea di sognare.
Che
a Roma nevichi succede raramente.
Gioacchino Ruocco
Inserita nella raccolta "Fascicolo personale"
Ostia
Lido 02/04/2015
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