Se abbreviare il tempo non è lo spasimo
che porta a godere anzitempo
dell’impervia natura del crinale
quale panorama al colmo della vetta
sarà la stessa trepida sostanza
dell’avere il contorno dell’ebbrezza
a portata di mano lungo precipizi
che a valle hanno il piede
e la sfida delle cose impossibili
nel darsi, del diluvio che fanno
nelle giornate avverse ?
Le sentenze, le definizioni
non possono appagare
ma dannare l’animo
di chi vuole stravincere e sognare
il possesso di qualcosa che vale
e che misura il tempo
dell’eternità.
Poca cosa resterà dell’orgoglio
difronte a qualsivoglia intemperanza
che riduce il giorno a debole sapienza
del quieto vivere.
La demenza del folle come la mia appare
per dannarmi l’animo
in assoluto per quello che ho voluto
scovare dentro me stesso.
Non è gloria la mia,
la mia vittoria su me stesso
sempriterno datore di lavoro alle mie noie
che avanzano impossibili progetti
di emozioni
lungo crinali,
terapie emozionali che mi rifanno umano
confondendo i sogni col reale.
Gioacchino Ruocco
Ostia
Lido 30/03/2015
Inserita
nella raccolta “Secondi e contorni “
Nessun commento:
Posta un commento