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venerdì 31 ottobre 2014
giovedì 30 ottobre 2014
martedì 28 ottobre 2014
FERIE
E si tornava a casa come
uccelli in fila sulla stessa rotta
come rondini ai nidi
sotto le grondaie
nell’aria tiepida dei
giorni dell’infanzia
a rinfrancare l’anima
la sera
davanti l’uscio chi con
le preghiere
chi con racconti di
ieri e di oggi
sull'orologio del tempo
che non tralascia mai
di portarci alla fine e
all’illusione
di una eternità che
dura invece solo una stagione.
Ritornavamo al nido a
cinguettare
ripetendo il canto del
fanciullo
ormai abbandonato per
le strade di un paese
che soltanto alle ferie
riportava i nostri cuori
ai giochi della sera, al
crepitio dei fuochi,
a quei trastulli che
ancora durano nei pensieri
come ancora felice
nella notte
della disperazione e
nelle incertezze,
alla ragione che non è
mai ragione
quando si lascia un
sogno per un altro
dentro una stazione che
non parte
con le partenze di chi
non ha un arte.
Chimere che avevano
soltanto sere di ricordi,
ritorni con il cuore
pieno di speranze,
conforti di sapori
antichi
e lontananze che non
avranno fine
ma solo requie che
annullano distanze
che fino ad ieri erano
per sempre.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 28/10/2014
Inserita nella raccolta "Dal mio vocabolario"
sabato 25 ottobre 2014
Se qualcuno m'avesse....
Se qualcuno
m'avesse parlato di te,
del tuo cuore
grande,
del tuo
grande amore,
della tua
immensa bellezza,
sarei
ritornato indietro
a rinascere.
Se mi
avessero detto
che non era
possibile
avrei fatto
l'impossibile per averti,
per donarti
la mia gioia di vivere.
Se lo facessi
adesso,
ormai vecchio,
mi direbbero
di guardarmi
allo specchio
e di non
provare
a far fesso
il destino.
Ma dentro
mi sento
ancora un bambino
che deve
nascere.
Da uomo
inquieto
sto sempre a
sognarti
sperando di
incontrarti,
che il sogno
si avveri.
Gioacchino
Ruocco
Ostia Lido 25/10/2014
mercoledì 15 ottobre 2014
martedì 14 ottobre 2014
domenica 12 ottobre 2014
Sinonimi e contrari
Non sempre le regole
danno l’alternanza al piacere
fino ad avere
sinonimi e contrari
precisamente
come ombre e luci.
La troppa luce acceca,
il troppo nero
chiude gli occhi al tempo,
perfino la notte
a volte appare
come una tegola
che ripara l’anima
da un lungo soffrire.
Il tempo assiduo
sulle stesse pene
cosparge ora l’oblio
ora il bruciore
che l’orgasmo
non attenua nel languore
posticipando il senso
del soffrire.
Come andrà a finire
non lo so.
So che la noia
non è il passatempo
di cui è il contrario,
ma un avvenimento
che mi porta fino alla tristezza
che mi dispera l’anima
senza commuovermi
come vorrei
quando mi abbandoni
o giro i tacchi
per non ritornare.
Il mio dolore
non trova godimento
nel soffrire
o nell’apparire mesto e
disturbato.
Il mio passatempo è l’allegrezza
che fin qui ti ho data
nella gioia di averti,
ma non abbandonata.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 12/10/2014
Ode breve a Emme Erre
Pur immerso nella gioia del visibile
mi appari
come genio e sregolatezza.
La tua bellezza
non ti premia abbastanza.
Tu avanzi la beatitudine
dell'essere
levigata e bella.
Sei la stella polare
della vita
che non sazia mai
gli occhi del piacere.
G. Ruocco
Ostia Lido 12/10/2014
sabato 11 ottobre 2014
venerdì 10 ottobre 2014
giovedì 9 ottobre 2014
Potrebbe essere un giardino:
Potrebbe essere un giardino: un sorriso di rose pallide, un oleandro, un glicine, sassetti bianchi ed erba incolta. Potrebbe essere ancor prima: un letto grande,una vestaglia gialla. Una signora e un bimbo così piccolo, così invisibile . Piange, mia madre piange. Potrebbe essere una ragazza bionda dal sorriso di luce, un uomo con gli occhi neri e penetranti. Il principio. Quale principio? Dormo al centro di una valle, un sole giallo e piatto, intorno immobile silenzio ,statue di sale. Mio padre mia madre vestiti di ragnatela. E la selva tutt'intorno intricata e pulsante . Ci sono sogni come stelle nella notte e fossati e sterpi e sentieri. E rovi e tenere foglie. Ci sono uccelli colorati che cantano come sirene. Al centro della valle, io so: dormo ed attendo. Attendo di iniziare, dal principio. .......................... |
mercoledì 8 ottobre 2014
martedì 7 ottobre 2014
lunedì 6 ottobre 2014
domenica 5 ottobre 2014
giovedì 2 ottobre 2014
Museo immaginario
A che serve un museo immaginario ?
A tracciare le linee del sapere
o un malinconico teorema della propria visibilità
in una vasta gamma di coloriture,
di chiaroscuri o di velature
che senza imitare la natura
ne fanno una simile e compiacente
accompagnandoci nel nostro immaginifico destino
del docére e sapere, conoscere e apparire
per andare dove il piacere volge ?
Sorvolando su chi si compiace
combaciando le righe ed il colore
mentre il tempo cambia di umore ogni giorno,
l’anima continua ad avere un sapore d’altri tempi
anche se trasfigura ogni pensiero
da prigioniero a libero, da fugace a rapace,
da un sentire occulto che attraversa sottile la platea
e si consuma con tutti sui tormenti
negli occhi di chi lo avverte e in esso si perpetua.
A volte andando su per la collina
che consente a tratti con un colpo d’occhio
di possedere il mondo anche lontano
avverto nel mio cuore il timore della gioia,
di quello che ho capito
e cerco invano
di fermare l’attimo struggente
come un perdente
che non sa più vivere
senza un punto di riferimento,
di una prospettiva che coincida
con una vita che non muore
in cerca di illusioni e di parvenze
per colmare le assenze
e l’illusione dell’essere senza essere
chi sono.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 02/10/2014
Scritta per la mostra di pittura "Il museo immaginario"
che si inaugurerà il 04/10/2014 a Grottaferrata
presso le sale espositive della Basilica di San Nilo.
Scritta per la mostra di pittura "Il museo immaginario"
che si inaugurerà il 04/10/2014 a Grottaferrata
presso le sale espositive della Basilica di San Nilo.
mercoledì 1 ottobre 2014
Stammo campanno na jurnata nera
Stammo campanno na jurnata nera
Cu ‘e llacreme ‘int’a lluocchie
tutt’’e juorne.
Chi sa si ce arrivammo a chesta
sera
pe ce mangià nu muorzo tutte
assieme?
Pane cu pane ormaie stammo
mangianno
e aspetta e spero chistu core mio
‘e nun murì int’a nu juorno
triste
ca ognuno tene ‘a fa ‘e fatta
proprie.
Ca so ‘ vintanne ca nun t’aggio
visto
e nun me faie sapè cchiù comme staie.
Ogge o dimane passo p’’a via
toia
e do na voce pe sapè che faie.
Nun fa ca me tiene ancora ‘o
punto.
L’aggio scuntato già ‘e guaie
mie.
Chello ch’è stato. Ormaie tiempo
passato!
Ormaie nun ce accerimmo cchiù.
Quann’eremo guagliune era na
cosa
e ognuno ‘e nuie vuleva avè
ragione!
Ca ero scemo ancora nun ce
cride.
cont cu ‘e dete ancora e cu
ddoje mane
p’essere sicure ‘e nu’ fa
mbruglio:
si venno ll’acqua e nun te venno
ll’uoglio,
si ancora vaco a ppere cu ‘a
famiglia
ch’è sempe ‘a stessa e nun ne
tengo n’ata.
Busciardo maie e a nervatura
piglia
chi dice ca ‘un è overo e ‘o ssape bbuono.
Si ‘o ffaje apposto allora è na
schiattiglia,
si nun vuò scenne stattene cu ‘e
figlie!
Primma ‘e stasera sparo ‘e
fuoche ncielo.
Me faccio ancora ciente
nnammurate
c’aggio bisogno ‘e chi me vene
appriesso
o quanno more piglio a
beneficiata.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 02/10/2014
Inserita nella raccola “Nu
juorno comme a n’ato”
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