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venerdì 28 luglio 2017

una piu' grande e vasta libertà di espressione*

Ostia. Monumento di Pietro Consagra a Pasolini



Ostia Lido - Monumento a Pasolini - P. Consagra - Piazza Anco Marzio

una piu' grande e vasta libertà di espressione*

Ho la sensazione
di inseguire un fantasma
a forza di astrarre il pensiero
dalla cronaca quotidiana.

Il martirio è il delirio della sorte
innaturale della specie
di cui i giornali sono pieni ogni giorno.
C’è sempre qualcuno
che sacrifica se stesso
o il proprio compagno,
il proprio amico
i propri sentimenti
agli abominevoli istinti
della sopravvivenza
a qualunque costo
fin quanto è dato essere.

Ho raccolto il lascito di quelli
che per un sogno o un altro
hanno abbandonato
le ali sulla terra
e per terra
nella terra
per non soffrire ancora.

Leggo e rileggo la cronaca
che ripete dell’amplesso
solamente la parte più incresciosa,
le vene varicose,
l’incesto
l’ignominia di un vinto
senza il resto dovuto alla pietà.

Un foro nella pietra
non acquieta il gesto
dell’impotente
di un delinquente
che toglie la vita all’altro
facendosi quello uomo scaltro
che cercò di farla a Dio
che segnò il limite
del divino  dall’umanità
in eterno
com’era stabilito.

Gioacchino Ruocco
Ostia Lido         28.07.017    h 22.03


·         Pietro Consagra


Incoscienze




Dovrei tornare indietro anni ed anni
per ritrovare un po’ di me
dentro altre vene.
Ci s’innamora forse
quando i tratti
hanno rassomiglianze
come il tono della voce,
il colore degli occhi,
il profilo del volto
e lontananze
che non mettono dubbi
sull’appartenenza
se non per gli strani echi
che le memoria avverte.

Il tempo sbuccia i pensieri
di tante acredini.
Quasi ci denuda
nelle assonanze
che le somiglianze
inducono ad altre idee.
Malvolentieri coniugo
sentimenti strani
e l’autunno dei mali
non mi addensa le idee
facendone misteri
di melassa.
Quando la vita ripassa
trova le cose
dove stanno da tempo,
prive di rimpianti e lumi accesi
per scongiurare
il buio della notte.

Gioacchino Ruocco

Ostia Lido    28.07.017 h 20.21

mercoledì 26 luglio 2017

A Salvatore Quasimodo




A Salvatore Quasimodo


Come sempre succede
brulicarono i vermi
intorno ai tuoi versi
pronti ad imitarne
il senso e le parole
che da sole
hanno poco da dire
se non le sillabe
e le cadenze
di quel vento a Tindari
che accompagnò
la tua giovane esistenza.

Ma niente era come la tua voce,
il coraggio di quel giorno
di sofferenze piene,
ed echi di ricordi
che da sempre straziano i cuori
a chi
se ne va lontano,
oltre ogni orizzonte
per ridare forza
a quello ch’era già nato
dentro di lui.

A volte
anche in me stesso
che di versi mi nutro
mitigando l’affanno delle mie vertigini
nei tuoi paesaggi,
nelle tue memorie
che in qualche cosa
rassomigliano alle mie.


Gioacchino Ruocco
26.07.017   Ostia Lido


martedì 18 luglio 2017

Il soggetto delle mie speranze



Il soggetto delle mie speranze
è l’anima che ho
se è nelle sue capacità
di non lasciarmi a terra
come cosa inanimata
il giorno
del mio addormentamento.
Vorrei che essa
si facesse strada
del mio volere esistere
con le poche idee
che mi hanno attraversato
senza odio,
senza dimenticanze
di quello che è già stato
e quello che verrà
trovandosi d’accordo
sul perdono
e il colore della pelle,
se Dio esiste
o si fa con noi
mentre viviamo
carne della nostra carne,
con le nostre parole disuguali
ma sempre con gli opposti
tra cui provare il teorema
della nostra immagine reale
e quella del pensiero
che non è solo uno
che da un inganno all’altro
ci porta a sconfinare
oltre il dubbio
se vivere è sognare
o immaginare a vivere
con le tante idee
che ci siamo fatti,
con le tante mense
che andiamo consumando
percorrendo i mari
della nostra instancabile dovizia
di ricercare ognora
con il nostro inizio
l’idea del peccato
che mi porta a dannare
quando mi perdo in te,
a rovinare in fondo
a un po’ di liquirizia
dal sapore tondo
fino a delirare.

Gioacchino Ruocco

18.07.017            Ostia lido. h 13.05

domenica 16 luglio 2017

Il mio amore…



Incosciente e fragile il mio amore
sempre pronto a farsi in mille pezzi
nella tempesta come nel dolore.
Lo stiamo vivendo come un'illusione
da una infinità di anni
dicendoci nella buona 
e la cattiva sorte le stesse cose
che si dicono tanti per farsi male
o per trovare un’ombra
per il riposo quotidiano
pieno di gioie e languide carezze.

Quando mi accosto a te cerco i tuoi occhi
per fare si che i corpi che si affrontano
abbiano con sè tra le tante cose
cil pane del divino amore
e la voglia ardente di chiedersi perdono
a cuore aperto per quello che ancora sono
e lo hanno conservato dentro di loro
come un dono da portare all’altro
nel chiedere e nel darsi con amore.

Quando questo si avvera
è un giorno di felicità piena
dal quale io mai mi leverei
per non ritrovarmi nella solitudine
di uno sguardo che corre oltre
come il fulmine che attraversa il cielo
senza sapere dove andrà a cadere
senza una fiamma a mille miglia
in ogni dove un cuore alberga
ma non vuol morire straziato e vinto.

Gioacchino Ruocco



17.07.017 Ostia Lido h. 06.53

sabato 15 luglio 2017

Un anno fa



Mi davano per morto di lì a qualche giorno.
ed io incredulo a guardar questi soloni
che ancor non sanno niente della vita
incapaci di guarirti un grattacapo
che a volte sono i figli a procurati
nella loro insipienza, nella loro pochezza
di esperienze allo spasimo
dietro casa a masturbarsi il cervello
con strane abitudini che l’umanità procura.

Il duro lavoro per spaccar le pietre
lo fanno gli uomini che a repentaglio
mettono il proprio destino
per avere un panino a mezzogiorno
o un tramonto da guardare
con un bicchier di vino davanti
con mille pensieri per saper che fare
per vivere meglio, per dimenticar
la guerra che li ha visti sconfitti.

Non è più tempo di rifugiarsi sotto terra
o sulle palafitte, ma è tempo
di prendere il coraggio tra le mani
e rendere felice questo mondo senza pene
con il bene che coltiva il bene
anche quando il cuore dorme
per dimenticar le pene di mezzo giorno
anche se ha imparato a fare a meno
del peccato di superbia, dell’onnipotenza

che lo vorrebbe a capo di tutto il creato
quando ancora gli mancano le parole
per parlare agli altri esseri per non tradirli
dovendo poi spiegare come soddisfare
i bisogni naturali, i comandamenti
che hanno ricevuto prima di noi
per eliminare le diffidenze, le differenze
e l’eco delle reminiscenze lontane
nate col primo giorno del creato.

Tutto di là ha origine, dal primo giorno
quando l’amore eterno era da venire,
quando il disegno non aveva ancora
line orizzontali e l’infinito era
una punta acuminata di parallele
che laggiù si incontravano e si incontrano,
dove non c’è ancora dato sapere
se c’è la perdizione di un peccato
o una vita piena di illusioni magiche.

Gioacchino Ruocco

16.07.017               Ostia Lido

venerdì 14 luglio 2017

Non mi resta che piangere



Non mi resta che piangere
per togliermi l’angoscia di dosso
per l’amore sprecato,
per la vita
che se ne stava andando
senza spiegarmi le vere ragioni,
dopo un digiuno lunghissimo
con la carne più poca sull’osso,
con il midollo che dentro le ossa
si è ridotto all’essenziale,
per gli sguardi coi quali ho indotto
nel tempo ha sprecare
altro tempo
per le mie indolenze,
per le tue doglianze
che ancora cercano di capire
se volevo morire
e per quale ragione
senza buttarmi da basso
ma soltando dormendo
al tuo fianco per non risvegliarmi.

Non mi resta che piangere
per il tempo sprecato,
per aver cercato
di dimenticare i tuoi baci,
il tuo amore
anche se è vero
che un giorno si vive
e un altro si muore,
ma quando è il momento
che pone l’accento sul giorno,
sull’ora, il minuto.

Prendilo come un saluto
questo sfogo
per il giorno
che un giorno sarà
e al tuo fianco resterò
come una povera cosa
che di tempo ne ha tanto sprecato
ha spiegarti
che il mio era il peccato di vivere
senza cogliere le tante occasioni
e forse le vere emozioni
che tolgono l’uomo dalla pazzia
e dall’indeterminatezza dell’essere
in questo mondo
che non sa cosa essere.

Gioacchino Ruocco

14.07.017         Ostia Lido



mercoledì 12 luglio 2017

A cuor leggero



A cuor leggero
eppure soffro di sclerosi
e ad ogni foglia che cade
se ne va un po’ dell’esistenza
che tra stents e battiti
riesce ancora a sopravvivere
nel tempo inclemente
quando è ora.
La tua mano sul mio braccio
mi fa sentire vivo,
un altro nella tua appartenenza
e le reminiscenze
i miei ricordi più vivi
a ogni tuo bacio.

Gioacchino Ruocco
                                                                                                         

13.07.017  Ostia Lido

Le mie millimetriche distrazioni




Le mie millimetriche distrazioni
che non danno gioie
come le grandi tempeste d’estate
creano lo stesso in te
quei disagi
che non mi aspettavo
ti rendessero disperata,
spaventata
come l’uragano di ieri
in un rincorrersi
a chiudere gli infissi.
Abituatomi alla tua energia
di partoriente
nei tuoi occhi
non avevo mai visto niente
come il terrore
che si è scatenato in te.
Se vuoi
giocheremo all’infinito.
Minimizzerò il mio respiro,
mi farò come un pulcino,
ma se dovesse succedere
non so ancora come
potrò mai dirti
che non ci incontreremo più
per tutta l’eternità
dove la mia orbita
potrebbe essere lunghissima,
assurda, smisurata
e non sarà una mia distrazione
ma il tempo
che si mostra realmente
in tutto la sua gravità
mentre il sorriso si spegne
sul mio viso cereo.
La mano fredda
si farà più fredda
e il cuore come pietra
 a non risponderti
a non battere più
per il tuo amore.

Gioacchino Ruocco


13.07.017   Ostia Lido






martedì 11 luglio 2017

Ad Anna…




Ad Anna…


Anche se mi ritrovo un cuore
capace di resistere
ad ogni tentazione,
ritorna forte in me
la nostalgia del peccato,
di quella che gli altri
chiamano superbia
ed io mi faccio forza
per non averla,
per non soccombere
sotto i colpi
di chi mi vuole male.

Non alzo il pugno.
Non saprei con quale mano farlo,
ma stringo a me
in un abbraccio forte
tutti quelli che incontro.

Io che non son nessuno
e non ho mai accecato Polifemo,
tremo ad ogni battito di cuore
fino a che non ne avrò uno di nuovo,
di nuovo a piangere
sulle mie miserie,
sulle fertili tesi del dolore,
sulle strade che vanno ancora via
verso gli anni più tardi
con una fantasia di speranze
ancora in piedi a vivere.

Se mi accompagnerà un sogno
mi bagnerò le labbra
per darti il bacio
che ancora da me desideri da tanto
fin a quando non mi inchioderanno
come un santo perverso al mio dolore
sulla croce delle mie nostalgie,
dei miei peccati di presupponenza
senza l’appartenenza a quella misericordia
che fa l’uomo grande,
che vorrei donarti
per farmi perdonare
dopo ogni alterco
il mio deteriorato amore,
le mie perdenze.

Gioacchino Ruocco
11.07.017            Ostia Lido