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lunedì 30 aprile 2018

Siate santi…





Siate santi…


Vivendo siate santi
nel nome di qualunque dio adorate,
questo ci disse
il padre nostro in terra,
e di prenderci per mano verso sera.
Dite una preghiera
per imparare a credere
che non siete eterni,
ma bisognosi di tutto
specie nella notte
che ogni sera arriva
per temprar le forze.

Noi viventi
necessitiamo di quell’amore.
Il nostro essere per vivere
ha bisogno di rigenerarsi
coi calcoli
delle probabilità infinite
che a volte annotano incognite
imperfette,
le scarpe strette
che danno ai piedi
gli spasimi
che ci rendono claudicanti,
mendicanti della nostra specie
e dell’avere
per dare a nostra volta.

Gioacchino    Ruocco
30.04.018      Ostia Lido

Forse ho bisogno

Cesino




Forse ho bisogno

Forse ho bisogno
di alzarmi in piedi,
di non stare più seduto
ad aspettarti
per avviarmi
dove è logico che vada
guardandomi intorno
per non lasciare agli altri
la gioia
di questo immenso paesaggio

Il rumore delle foglie
il latrare dei cani,
il cinguettio dei passeri
rendono la strada
meno selvaggia,
meno monotona
meno solitaria.
La mia acredine si è sciolta
e vengo in pace
ad ascoltare
il suono delle tue parole.

Mi compiaccio nel dirtelo
per godere di una giornata
piena di sole
che l’ombra rende piacevole
per clima
e pei tuoi occhi
che non si affaticheranno
nel cercarmi
nei contrasti di luce
ormai più calmi.

Contro il sole
le nostre verità
sono due forme oscure
Solo i gesti
dicono di noi
quello ch’è vero.
Una carezza
non sarà un gesto e basta
ma il suo calore
si assommerà al tuo
ché il tuo viso brucia
ancora d’amore
per la mia ombra
che ti lascerà più tardi.

Gioacchino Ruocco
30.04.018         Ostia Lido

sabato 28 aprile 2018

Astrazione…


Astrazione…

Astratto,
ma la malinconia
vi è dentro
fino all’anima,
Astratto
nelle forme e nei colori
abbassati di tono
quasi in soggezione
fra loro
o soltanto acquetati
dalle voci intorno.
Ricordi
con immagini
di una passata stagione
dove tutto
aveva valori indicativi
e soltanto gli umori
di quel tempo.
A volte impreparato
mi presentavo a scuola
perso nelle parole
che mi nascevano dentro
distratto astratto
nel sentimento
che mi nasceva dentro
in forma di poesia
che a volte
afferravo appena
nel prurito
dell’anima
nel gioco delle parole
che sembravano ripetersi
rimando
in un rimando di echi
e lontananze
che percepivo appena
come le lagnanze del tempo
che mi trafiggeva
con le sue lancette
programmate ad ore.
Guardandoti negli occhi
mi accorsi
che di astratto in te
c’era soltanto il cuore
senza il pudore
di mandarmi a vuoto
quando promettevi
di fermarti un po’.
Le ombre appresso
erano depresse
dal tuo ancheggiare
nel mio guardarti.
Quando svanivi
mi rassegnavo altrove
svuotando il cuore
in un astratto divenire
che percorreva il verso opposto
per riportarmi a casa.

Gioacchino Ruocco
Ostia Lido   28.04.018

venerdì 27 aprile 2018

Quanno faccio ‘o cunto ....

Cronaca

Castellammare - Boom di turisti in città per il 25 aprile. Villa comunale e funivia prese d'assalto

Castellammare è stata invasa dai turisti. Qualcuno, spinto dal caldo si è anche tuffato nel mare antistante la villa comunale. La funivia è stata costretta ad incrementare le corse




Quanno faccio ‘o cunto d’’e mazzate,
veco ch’è stata na jurnata bbona
cu chelle c’aggi’ avuto e c’aggia date.
Chi s’’o credeva ‘e tutta chesta ggente.

Se cammenava a stiente mmiez’a villa
pure si ‘a ggente jeva a nnanze e arreto.
A zicco a zicco steveno, ‘ncullate
e ne sentivo ‘o sciato ‘e tante addore.

‘E ccose ca diceveno, ereno
‘e ll’ati poste, appena se capeveno.
Quann’aggi’ avuto ‘e faccia sembraveno
cuntente e certe s’’a redeveno.

E’ stata na jurnata speciale.
P’’o dicere ‘e giurnale sarrà overo.
Ma ‘o guaio è sempe ‘o stesso sule a pere
se trove ‘o tiempo pe na cammenta.

‘O mare se n’è stato cuieto,ma
ce vuleva qualche varchettella
‘e quanno ‘o si Catiello l’affittava
pure si ‘e tiempe ormaie so’ cagnate.

Si appriparammo ‘a festa e po’ce manca
‘o riesto  ‘o nuie ce organizzammo
o ce perdimmo ‘a posta. Chella ca resta
‘e na jurnata tosta songo ‘e llire

e ll’uocchie nire ‘e chi te deve ‘o riesto
mmiezzo ‘o votta vota ‘o a reto banco
addò campave stanco ma felice
cu ggente attuorno comme atante amice

c’’a tanto nun vedive nun turnaveno.
‘O sole ‘e ogge ha fatto nu miraculo
T’ha fatte rivedè chi te vò bbene.
Dimane campe cu na speranza nova.

Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 27.04.018

mercoledì 25 aprile 2018

A na cert’ora ‘e juorno

Cmare di Stabia - Lgo Fusco


A na cert’ora ‘e juorno


A na cert’ora ‘e juorno
me pare che s’addorma
a via sana.
Attuorno è nu papagno
ca doce doce porta
‘o suonno a tutte quanto.
Ma nu ninnillo chiagne
e ‘o cane nun se sparagne
‘e sta ancora allerta.
Me dice mamma:-
Forse è nu ricordo.

‘A ggente nun so’ scordo
‘o sunno quante è ddoce
ma si’o rummore manca
pere ca ‘un t’arrepuoso
pure si puose ‘a capa
‘ncopp’’o cuscino
e ‘o giro ogne tanto
pe ritruvà ‘o frisco.

Pure ‘e lenzole
c'addoreno ‘e culata
t’’e lieve ‘a cuolle
c’’o cavero è cucente.

Si miette ‘a recchia ‘a via
chell’anema ‘nnucente
s’é addermuta
e a poco a poco
s’inchiureno
pure ll’uocchie mie.
Forse cercanno a Ddio,
forse cercanno a te
che t’è girata ‘e spalle
stanca ‘e me sentì
ca nun me sto maie zitto.

Gioacchino Ruocco
25.04.018   Ostia Lido

Se potessimo….

Nursey of  New stars

Se potessimo….

Se potessimo metterci in fila
saremmo tanti
ma un’anima sola.
Per consolarmi
mi consola
che siamo fatti
ancora di carne
con la testa fra le nuvole
e che le pietre
in cui siamo rappresi
non hanno dimenticato
la nostra specie,
le nostre sembianze.

Se abbiamo avuto pensieri
sono gli stessi di oggi
che come ieri
rincorrono da sempre gli dei
lungo i cieli
che ancora
ci stanno a guardare,
a dannare
a creare
le tante illusione
che nel fondo
dell’universo
c’è lo stesso pensiero

che oggi sto avendo
rincorrendo le idee,
le ombre, la luce
che brucia, che vive
e mi conduce
dove l’impronta è rimasta
più densa, più forte
in un chiaro di luce
che non si è disfatto e sta lì
dove tutto si aggrega
o disgrega come l’idea
che sulla riva del mare
fa muovere un’onda.

Gioacchino Ruocco
25.04.018   Ostia Lido

martedì 24 aprile 2018

Se per discernere….




Se per discernere….


Se per discernere
non basta sol guardare
le cose in faccia
che vado adoperando
ma anche a cosa servono
per non farne un uso improprio
o sei un demonio
o devi andare a scuola
se non ci sei già stato.
L’unica cosa che mi riesce facile
è andare via
per non aver ragione
se no non posso ritornare
alla magione
che già non sono magio.
A volte sembra facile
recitare il ruolo che occupi
se non resti disoccupato
per troppe impertinenze.
Esco, mi svaluto
e poi ritorno senza voglie,
voglie di aver ragione.
Come si fa di questa stagione
col tempo incerto
e il frastuono del vento
che mette brividi addosso ?
Ho preso la rincorsa
ma mi son bagnato
fino alle mutande,
dentro le scarpe
ormai piene d’acqua.
Quando il tempo stracqua
bisogna vivere al riparo
anche di giorni amari,
e, come si dice,
ingoiando il rospo.
Contrito ritorno
senza guardar lo scorno
nello specchio
che ho sul volto.
Ormai mi sento vecchio
come se avessi cent’anni.


Gioacchino Ruocco
Ostia Lido      24.04.018


lunedì 23 aprile 2018

AVIERE morto per MESOTELIOMA



Credo di essere ancora in Italia e che le leggi a difesa dei lavoratori civili vengano utilizzate anche per i militari.

Dall'entrata in vigore del Dlgs 277 del 1991
i lavoratori dipendenti che incorrevano nello svolgimento delle loro mansioni nel rischio amianto, una volta che era accertato e quantificato, dovevano essere sottoposto ad accertamenti sanitari periodici, formati ed informati e provvisti di DPI. Il datore di lavoro doveva provvedere inoltre alla sostituzioni dei materiali pericolosi con sostituti che non lo fossero con le necessarie attestanti certificazioni. E' vero che il mesotelioma si manifesta negli anni , quando ormai è tardi per intervenire, ma gli organi di tutela  e di garanzia che cosa hanno fatto fino ad oggi ?
Chi scegli la vita militare non necessariamente è votato al sacrificio della propria vita. Non lo è mai stato.  Per cui non capisco l'atteggiamento di chi era a conoscenza del rischio e non ne ha tenuto conto . 
Anche le successive norme DLgs n. 626 e 81 hanno contemplato il rischio e indicano le misure da assolvere in tutti i casi in cui il rischio è ancora presente e va eliminato con le conoscenze tecniche a disposizione.
G. Ruocco

sabato 21 aprile 2018

Quando succede che……








Quando succede che……

Quando succede che uno ricco
s’incazza contro uno povero
il mondo mi casca addosso.
Come potrò reagire
senza essere preso per pazzo ?
C’è un codazzo di gente
che si metterà in fila
per darmi del deficiente,
come quand’ero ragazzo
e chiedevo ragione
nell’ora di religione
chi era Cristo:
un ebreo o un comunista ?
Dovetti ripetere un anno
per scoprire che non c’era
nessuno migliore di me.
Come quando dovetti menare
quell’uno che si credeva
il più forte di tutti della mia età.
Quando le prese chiese vendetta
a mia nonna con la quale vivevo.
Le promisi di non farlo mai più
consumando la mia gioventù
tra torti e ragioni accorgendomi
che i buoni sono sempre i più forti,
mentre i coglioni facendo i buffoni
stanno a fregarti il pane col lardo
che sembra prosciutto se lo mangi sul tardi
Qualcuno ancora mi frega
sicuro che io non lo anneghi.
Sono entrato e uscito dal carcere a vita
mille volte ogni giorno. Non mi vergogno.
Faccio da sempre opere di carità
San Francesco mi prese vicino a se.
Vivo senza pretese, mi basta poco.
Entro ed esco dal fuoco come un cuoco
ed ho la credenza piena di creditori.
Mi basta poco come un uccello.
Con quelli rapaci uso l’ombrello
e a Dio dò quel ch’è di dio,
del mio ne faccio quello che voglio.
La cosa che odio è quando m’imbrogli.
Coi matti ci vuole pazienza
coi furbi tagliole d’intorno.

Gioacchino Ruocco

Ostia Lido         22.04.018


giovedì 19 aprile 2018

Per non dimenticare - Crollo a Torre Annunziata





Per non dimenticare!


Per non dimenticare!
E’ solo quello che possiamo fare
per dare più coscienza
alla nostra vita
che vive di dimenticanze
per non soffrire eternamente.

La vicinanza è la migliore cosa.
Una rosa dal profumo intenso,
un pensiero di eternità
che non obnubila la mente
recuperando dalle macerie
quello che resta della nostra vita,
della nostra gente.

Ci passo ogni tanto e sento
scricchiolare ancor le fondamenta
e il vento che sibila
quando è mal tempo
che veste a lutto
ancora chi si sente vivo.
Lo spasimo che avverto
è un concerto del pianto
che ancora verso
in questi versi
senza ammainar bandiera
in questa vita che dura
e dura ancora resta da vivere.

Gioacchino Ruocco



Ostia Lido  19.04.018

mercoledì 18 aprile 2018

‘A Siria ormaie…





‘A Siria ormaie….

‘A Siria ormaie è nu presepio’e muorte!
Tanto lontano, ma a nuie che ce ne ‘mporta ?
‘O Credo ddice ca ce songo frate,
ca nun so chille ca nuie chiammamme ll’ate.

‘E muorte ‘e chi t’’è mmuorte nun so’ lloro,
ma songo chille ca cu na scusa ‘o nata
stanno cercanno ‘e fa chello ca vonno
sfuttenno ‘o munno sano cu na bomba.

Pareno abbasci’ o vico Peppe e Tore.
Si uno dice…a ll’ato nun va bbuono
e so mazzate ‘a quanno criture
‘o pate ’e pigliava a tozza muro.

Ma chi ce ‘o ddice ca nun so’ ‘e patrune
si sotto casa avimmo perzo a guerra ?
Ormaie cammenammo muro muro
pe stà sicure e riturnà a casa !

Ma quanno nu criature trase ‘a fore
guardelo deritto dint’a ll’uocchie
e dimme che ce vire: ‘o figlio ‘e ndrocchie
oppure vasa 'e mmane e s’addenocchia ?

Basta n’asciuta pe turnà cagnato.
Nu spara spar o na sicarretta
se vede subbeto quanno s’asseta
comme te guarda ‘nfaccia  a uocchie apierte.

Gioacchino Ruocco
Ostia Lido    19.04.018

martedì 17 aprile 2018

A mio padre William P.F.


Robert Frost (1875/1963)

A mio padre William P. Frost.

Crebbi nel tuo disordine
meravigliato del tuo amore
che trovavo dovunque
ponevo gli occhi,
ad ogni tua parola
che mi cullava
ad ogni alito di vento
e ad ogni pensiero
che mi assillava il cuore.

Inquieto come le libellule
spesso mi perdevo
in sogni di un ritorno alla terra.
Vedendo rami
altalenavo con loro
ritornando dove l’amore
poneva il suo germoglio
nel mio cuore
fino a conoscerne le voci
fino a sentire la terra
schiudersi sotto i piedi
per annunciarmi
le sue intemperanze
o la speranza
di un verde intorno
per grilli
dentro al folto dei cespugli.

Quando mi colse la neve
ritrovai i miei passi
che seguirono i tuoi
nella mia infanzia
e sottrassi alla noia
i versi per cantare
la natura intorno
senza quel pianto
che la guerra indusse
nei miei occhi
ancora bambino
dove l’acqua 
"rompendosi formava
una oscura nuvola nel cielo".

Gioacchino Ruocco
17.04.018   Ostia Lido





lunedì 16 aprile 2018

Nell’intervallo… e dopo il bombardamento







Nell’intervallo…


Nell’intervallo di tempo
chi era povero
si è trovato ancora più povero
e chi stava fuori
dalla zona di tiro
è rimasto perduto
dietro a un grido di aiuto.

Per alcuni minuti
è sembrato
che il mondo finisse
e che l’abisso profondo
inghiottisse ogni cosa.

Cos’è una bomba
me lo ricordo.
Esplodeva cadendo dal cielo
e per poco trovai lo scampo
più di una volta.

Ormai vivo al di qua di quel velo
che sembra un ricordo
quando invece
arrivava per darmi la morte.

Le porte sbattevano
e il vento di guerra
bruciava la terra
tutto intorno alle case
per alcuni
senza un ritorno alla vita
nelle fughe
che tentavamo.

Gioacchino Ruocco
15.04.018   Ostia Lido



 



Accostandomi a te....





Accostandomi a te


Ho percepito
accostandomi a te
l’ingordigia degli altri
che son venuti a toglierti
il pane di bocca.

Ho avuto l’idea
di che cosa tocca
a chi non deve esistere
togliendolo di mezzo
con ogni mezzo.

Dopo tanto tempo
mi è arrivata al cuore
tutta la verità.

Era tutto vero
quello che si diceva.

La grande ingiustizia
dello sterminio
del popolo Curdo
che chiedeva
soltanto
di vivere in pace
raccontata
con altre parole.

La storia è questa,
e con essa la geografia
di chi non ti appartiene.


Gioacchino Ruocco
16.04.018   Ostia Lido


domenica 15 aprile 2018

All’ingresso…..


All’ingresso…..


All’ingresso è l’unico posto
dove è tutto a posto:
l’ombrello, il bastone
che non è mai servito,
forse ai posteri,
c’è appena un prurito
di polvere
sul dorso dei libri
che la maggior parte
parlando di arte
stanno lì dagli anni di studio,
dalla voglia ogni tanto
del puro piacere
di rivedere per ricordare
i minori, i peggiori,
i maestri, i maldestri,
il colore
che andava cambiando,
per capire fin dove erano destri
nel loro lavoro,
il pensiero le idee,
le vere ragioni
di tanti modi di fare,
pittura, scultura,
gli affreschi.

All’ingresso è l’unico posto
dove raramente mi affanno
con lo scanno o la scala,
coi ricordi
che non vanno molto lontano
quando dov’era non c’è,
quando è stato ripreso
e da chi.

Nell’armadio dei panni
c’è il resto degli anni
a volte ammucchiati
gli uni sugli altri.

Basta avere pazienza,
basta aspettare
che il sole ritorni
per non affannarsi,
per evitare uno screzio,
uno strazio
un ritardo
che anch’esso s’ammucchia
come una buccia da evitare
per non scivolare
al prossimo passo.

Gioacchino Ruocco
15.04.018   Ostia Lido