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venerdì 31 luglio 2015

Rischio residuo




Se non avessi mai saputo
cosa volevo da te
mi sarei dileguato
con le prime luci dell’alba
dimenticandoti nel letto
addormentata
con la pena
di non trovarmi più.

Il rischio di chi ama
è proprio questo,
quello di perdersi
senza ritrovarsi,
senza sapere
l’altro poi chi era
sul far della sera
o di prima mattina

quando le mani
cercano e non trovano
il corpo del reato.
Eppure sai benissimo
di non aver sognato
il senso di abbandono,
il corpo reclinato
affianco al tuo.

Finalmente libera
di prendere e di avere
un dio pagano
per benedirlo
col sangue verginale
nel mezzo della tempesta
che il cuore accende
di un amore immenso.

Se non ricordi gli occhi
è poco danno,
ma quello ch’è successo
fra di noi
sfiorando l’eternità
dell’infinito
non toccherò più
con un dito il cielo.

Indaffarato
per le strade del creato
cambierò volto
e la mia specie
per perdermi
dove l’amore si rapprende
nell’idea di un paradiso
senza inferno.


Gioacchino Ruocco

Ostia Lido       31/07/2015
Inserita nella raccolta “La ragione e l’estasi”

Il silenzio stasera




Il silenzio stasera
sono i tuoi occhi addormentati
che, stanchi e assonnati,
hanno ceduto,
dopo tanto fissarmi,
alla mia ineluttabile espressione
di uomo rassegnato
alla tua spregiudicatezza,
ma non arreso
alle tue condizioni.

Ho messo su un volto di marmo
senza una crepa,
senza una venatura di tristezza.
Neanche il sole
é riuscito a bollirmi il cervello.
Come un monello
sono rimasto impassibile.
Nello sguardo di marmo
gli occhi restano tondi
senza battere ciglio.

Gioacchino Ruocco

Ostia Lido       29/07/2015

Inserita nella raccolta “La ragione e l’estasi”

martedì 28 luglio 2015

Me ne starei…




Me ne starei in silenzio,
non ti parlerei più,
ma tu
ora per il prurito,
ora per qualcosa d'altro
mi riduci da scaltro
ai minimi termini,
effemeridi di una
navigazione a vista
vicino a una riva
piena di scogli.

Cosa ci faccio
dei miei buoni propositi ?
Un’Odissea
con mille rattoppi,
un pianto greco
ch'é una tazza di camomilla
mentre qualcosa sfavilla nel cielo
con questo caldo infernale
che mi liquefa.
Un bicchiere d’acqua…
Non posso tenerti all’asciutto
per tutto il giorno.
O mi levo di torno
o sono finito
tra l’acqua e il prurito.

Gioacchino Ruocco

Ostia Lido       28/07/2015
Inserita nella raccolta “La ragione e l'estasi"

venerdì 24 luglio 2015

E’ colpa mia…



L’ammetto, è colpa mia !
So’ io c’aggio sbagliato
pe na parola ‘e cchiù
ca ‘nn aggio suppurtato.

Nun voglio ch’essa chiagne!
Essa m’è ditto cagna
e io nun cagno maie.
I’ che ce faccio pò cu stu sparagno?

Però nun me pò dicere
ca me vò bbene e chiagne.
Stu juorno è cchiù nu lagno,
peggio ‘e nu maletiempo.

Meglio quanno passavo
e essa zenniave.
‘O core se scetava
e ne faceva zumpe.

‘A quanno stammo assieme
nun songo cchiù sicuro
si ancora me vo' bbene,
si t’aggio maie amata.

Gioacchino Ruocco

Ostia Lido             24/07/2015
Inserita nella raccolta “ Primmo ca se fa juorno“


Se siamo capaci…

                           Se siamo capaci…




Se siamo capaci
di straziarci l’anima
come la cosa
più stupida del mondo
cercherò di non procurarti
altro dolore
illudendoti
con parole avare
facendoti pensare
a chi sa che.

Circumnavigare non potrei
l’isola mille volte
senza tentar l’approdo
per dirti
in un modo o nell'altro
la mia pazzia.
Ci lasceremo un giorno
e così sia,
ma da parte mia
onestamente senza odiarti
senza devastarti le carni,
il cuore e gli occhi
per il troppo pianto.

Gioacchino Ruocco

Ostia Lido                  24/07/2015

Inserita nella raccolta “La ragione e l’estasi”

mercoledì 22 luglio 2015

La mia solitudine



































Non è miseria.
E’ la mia pazzia,
la mia solitudine,
la mia voglia
di restare sola
che mi fare fare
il vuoto dovunque.
Troppi gli amori,
troppre le amicizie
che non mi danno niente.
Una immensa solitudine
come il desero del gobbi
o un campo di guerra
con tanti morti ovunque.
Eppure potrebbero bastarmi
un cappuccino e una brioche
e gauradare la gente che passa
davanti al tavolino
o dalla vetrina quando piove
per fare un nuovo film
tutti i giorni,
ma intorno c’è sempre qualcuno
che mi adula
e come una cretina
mi sento ancora una bambina
che si fa corteggiare.
L’amore!
Quanti buchi sa lasciare
pieni di malinconia,
pieni diterrore
nelle notti vuote.

Gioacchino Ruocco


Ostia Lido     23/07/1939

A Marcellina


Scava nei sottosuoli bui

Scava nei sottosuoli bui, la creatura
e sanguina radici in oro e rame di capelli avvolte.
A volte.
Nella campana della finta " finzione" vive
su tavole di legno.
Prima fu l'albero col suo ramo piegato
nicchia di fiori e gocce di profumo rosa.
Che piu' non vive - inquieto ricordo -
Penetra tuttavia l'essenza dell'antico tronco,
passi sicuri intreccia
gemono assi di palcoscenico.
all'aspro odore apre le braccia
avvolte in rami nuovi.
A volte.



martedì 21 luglio 2015

La mia pena




Se la mia pena
è quella del mio cuore in pena
e non del pene
che a una certa età
non sente più i battiti
pulsare forte
che sarà la morte
se poi arriva
nel sonno che mi piglia
all’improvviso
quando son stanco morto?
Una migliore sorte
non mi potrebbe capitare
per non passare ore ed ore
al pronto soccorso
per sbrigare una procedura
che ormai
è solo segatura
per asciugare i piedi
dal bagnato.

Se la mia pena sei tu
cosa voglio di più
con gli anni che ho ?
Son capitato
nella parte più stretta dell’imbuto
e non riesco a muovere la mano
per un saluto.
Tutto diventa estremo
e nel passare tremo
attraverso il gambo.

Come in un baleno
o un brutto sogno
scemo dal pensiero
dello stretto trapasso.
L’asso che ho
mi toglie dagli anfratti
dai tratti astrusi
e corre appresso a un gatto
ch’è rimasto deluso.

Gioacchino Ruocco

Ostia Lido    21/07/2015

Inserita nella raccolta “La ragione e l’estasi”

La primavera di Stabiae




La primavera di Stabiae


Il tuo respiro sulla terra
aleggia nel risveglio delle coltri
e al tuo tocco
fioriscono da sempre
le piante a me più care
per la vita e il sonno
che trasporta di sogno in sogno
la mia anima
nella terra dove tutto risorge
al tuo  fluire
come la vita
che non andrà a finire
anche se il suo inizio
ne segna già la fine.

Il tuo passo
come un lieve germoglio
arriva anche nelle mie voglie,
soave profumo
per chi ne fa una festa
mentre nel mio sangue resta
fino alla fine
dei miei giorni.

Quando ti levi di torno
la mano tua
ancora mi rinfranca con un saluto,
mai stanca dei tuoi passi,
mai adulta, mai vecchia
mai caduca 

sia nello specchio, sia nella ragione
che canta e vola
senza saper tristezze
nei rivoli che argentei
portano le acque
fino al mare
sotto un gioco di farfalle
che corrono a valle
dimenticando il tempo.



Gioacchino Ruocco


Ostia Lido  21/07/2015

Inserita nella raccolta " La ragione e l'estasi"

lunedì 20 luglio 2015

Il diluvio…



Se dovesse arrivare il diluvio
pretenderei di salvarmi con te,
metastasi della mia esistenza
vulnerabile e inappagata,
ma sempriterno amore.

Ricordo di questa esistenza,
comunque indecifrabile,
l’inappetenza
che ancora mi tortura.

Non è nella mia natura,
ma nell’idea della sopravvivenza,
dell’ineffabile
che con la mia voracità
ha consumato ogni respiro.

L’arca non è
un pensiero che mi assilla,
ma la reliquia
della mia e della tua eternità
sull’altra riva
che dovrà pure esistere
dietro l’orizzonte
che ci separa dalla verità
della nostra origine.

Ho fatto un campo base
e nel partire, ovunque andremo,
sarà il ricordo che ci salverà
con i nostri baci di un cuore grande
che del nostro amore
fa pane quotidiano
da tante perdite
e un ricordo
che ancora mi illude e dà speranza.


Gioacchino Ruocco

Inerita nella raccolta “La ragione e l’estasi.”
Ostia Lido           21/07/2015




Michelangelo



domenica 19 luglio 2015

Una bava di vento




Una bava di vento

ha messo un accento nei tuoi occhi

accelerando il tempo della tua commozione.

Di fronte mi guardi e mi sussurri

parole che nel vento percepisco appena.

Svolazzano i capelli non legati

e la tua mano corre a ricomporli

nella speranza di una calma

dissimulando le parole e il dolore

in loro impresso.

Sarà lo stesso domani ? Non lo credo !

Il tuo dolore ha un senso nelle mie stravaganze

e nelle mie lagnanze

che non hanno un senso nelle tue parole.

Mi ami ancora e parli di addii già rimandati.

Vorresti perderti nel mare e invece piangi

con questo vento che ti distrugge il viso.

Odoravi di rosa, ora il salmastro la vince

e mi convince della sincerità del tuo dolore.

Come una statua di sale poso davanti a te

mentre tu annoti i tratti  di un uomo disfatto sulla sabbia

che mi stanno estraniando

dal mondo intorno con la sua tempesta

che hai scelto apposta dalla tua finestra.


Gioacchino Ruocco
Ostia Lido          20/07/2015


Inserita nella raccolta “La ragione e l’estasi

sabato 18 luglio 2015

Mi sono sciolto in te


Mi sono sciolto in te
come neve al sole
prima come un timido ruscello,
poi un torrente in piena
fino a incontrare il fiume dei tuoi giorni
dove il mare si incontra con la terra
facendo della foce un estuario
pieno di voci e grida d’uccelli
pronti a carpire quanto di vivo
abbiam portato a valle.
Intorno l’odore delle piante
piegate sulle acque
carezzate del vento
e nella tarda sera
negli spasimi che mai ci hanno lasciati
le grida di un amore
mai sazio,
mai sopraffatto dalle anse
e dalle secche
che hanno rallentato il nostro corso
fino allo stramazzo successivo,
al precipizio
che ci teneva appesi al sasso
segnando il passo
del nostro divenire.
Quasi alla foce
ancora sento l’eco della voce tua
che mi travolse
per portarmi a valle
dove l’amplesso
nel volo dei gabbiani
raccoglie con mille mani
il nostro ardire,
audace come il sospiro del nascere del sole
con le parole che non hanno fiele,
sfiorando lo stelo del papiro
delle piante chine a dissetarsi
coi nostri pensieri.

Gioacchino Ruocco
Ostia Lido       18/07/2015
Inserita nella raccolta “La ragione e l’estasi“

giovedì 16 luglio 2015

Tu pensi…



Tu pensi di sapere tutto di me,
io credo che tu non mi conosca affatto.
Se mi mostro distratto
e un giorno ti amo alla follia
la mia non è una pazzia da trascurare,
da prendere sottogamba.

Ti amo davvero
e il mistero non è quello che sai,
ma il mio amore sincero
nonostante tutto.

Torno distrutto ogni sera
come si torna al capezzale
di chi sta per chiudere gli occhi
e cerco di scroccarti
l’ultimo sorriso del giorno che muore
senza nessun dolore
ma con la gioia di completare
il sogno che appaga.

Nessuna saga
supererà la nostra
che con la faccia tosta
viviamo istante per istante
annullando le distanze giornaliere
che sembrano eternità
da filibustieri,
che fino al giorno prima
non avevano i denti
e oggi la dentiera di ceramica
che abbaglia anche il sole
con appena un sorriso.

Ho nelle vene l’incoscienza
che toglie il respiro
e so che ti farò dormire
fino all’aurora
almeno un’ora lontano dal pianto.

Gioacchino Ruocco

Inerita nella raccolta “La ragione e l’estasi.”
Ostia Lido           16/07/2015