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venerdì 29 settembre 2017
giovedì 28 settembre 2017
Mistero…
Gioie ne ho avute troppo poce,
ma non pensavo di averne ancora
meno
rispetto a quelle capitate agli altri
fino all’altro ieri.
Meno felicità non mi dà niente
di quello che sogno
ogni volta che vedo
una donna che desideravo.
Mi dicono che m’è andata bene
che chi l’ha avuta soffre
le pene più indicibili
e di lasciare stare.
Di non arrampicarmi sopra i vetri
per andare a guardare
dentro la casa cosa succede.
C’è tutto di meno
all’infuori dell’infelicità,
mentr’io che dormo sopra il fieno
dovrei essere felice per come va.
Per come va se poi fosse vero.
La mia guarda il mistero
e misteriosamente m’invita
per guardarlo
col tarlo che il prossimo mistero
potrei essere io
a far la fine che hanno fatto gli
altri
o lo faranno i tarli
che dentro sento
quando l’aria è serena
ed è senza un accento
per mutarne l’umore.
Là fuori c’è tempesta,
tanta tanta….
che quasi mi conviene.
Gioacchino Ruocco
28.09.017 Ostia Lido
mercoledì 27 settembre 2017
Non si può restare
Non si può restare
Aggiungi Vincent Van Gogh - Miniere di carbone nel Borinage |
Non si può restare
eternamente soli
in una solitudine
più immensa
della tua assenza
che mi dispera l’anima.
Mi chiedesti al bivio
dove andare.
La mia indecisione
ti ha perduta
e son rimasto intorno
a guardarmi
senza trovare un’ombra,
una reliquia
della tua scelta
se verso il mare
o verso la collina
che non mi dà un eco
col tuo nome.
Linee orizzontali
senza orme
e quelle verticali
senza brividi.
Io vado ormai disperato:
un’odissea
che non mi aspettavo.
Nel cavo della mano
l’acqua è poca
per dissetarmi a lungo
se non trovo
il tuo respiro
ancora ad aspettarmi.
Gioacchino Ruocco
27.09.017 Ostia Lido
lunedì 25 settembre 2017
Immensa è la vita
Immensa è la vita
A che mi serve un compenso ?
Ma a cosa mi serve
se ho dentro più rabbia
del veleno che ogni tanto mi dai ?
E’ un antiveleno la rabbia
che ammazza la scabbia,
l’antipatia degli altri
che nutrono verso di noi?
Non è vero ?
Non mi sento depresso,
né deluso
che forse è lo stesso
dal gioco che fai
quando non hai
niente da darmi
o più niente da dirmi
quando avanzo un sorriso
per qualcosa
che speravo
ti facesse piacere
o sorridere ancora.
Immensa è la vita
e a me sembra di perdermi
quando sui nervi mi dai
perché non sai
come fare per compiacermi,
per darmi una mano
all’età che ogni tanto
ci lascia per strada
guardandoci intorno
per cercare dov’è
la contrada
e il tempo che occorre
per ritornarci.
Gioacchino Ruocco
25.09.017 Ostia Lido
domenica 24 settembre 2017
Se debbo morire
Se debbo morire
Non voglio morire sognando
un covone di fieno,
aspettando che tu mi voglia
bene
che le pene si fanno più grandi
che ogni frutto maturi ed è
pieno.
Non voglio soffrire pensando
di essere estraneo alla vita
che se mi vuoi bene
non devi darmi le pene che tu
vai mostrando di avere.
Se mi vuoi bene lasciami andare.
Ogni pena ch’è mia
la voglio portare
senza farti dannare
avendo da fare le cose che
faccio.
Se mi conviene sono anche
uno per farti dannare
ma a condannarmi da qui
ci vuole ben altro
il dolore più atroce
di chi sulla croce
si vide piantare
una lancia nel cuore
dopi i chiodi, le spine
dove tutto ti rende feroce.
Se debbo morire, come a tutti
succede,
non sono capace di darti il mio
credo,
ma un verso di pace dopo tante
tristezze e le poche carezze
che sono riuscito a donarti.
Gioacchino Ruocco
25.09.017 Ostia Lido
venerdì 22 settembre 2017
Hurricane Maria
Hurricane Maria
La mia vita è incominciata
con Hurricane Maria
prendendoti tra le braccia
e portandoti via.
Correvo come potevo
a cercare un riparo
e il sangue mi è diventato amaro
quando ho pensato di non
farcela
contro i marosi, contro il
vento
che mi spingeva indietro
con la paura di perderti
che ti strappasse dalle mie
braccia.
Ora in salita, or di traverso
mi sentivo addosso
l’infame verità
che non ero un colosso,
che non ero nessuno
con addosso la luna
ch’era dolce e pesante
e a volte in fase calante
per alleggerire il peso,
per lenire il mio grido proteso
verso un appiglio
che mi ascoltasse
che venisse in soccorso
a due passi dal buio
che mi stava inghiottendo
riportandomi al mare
nel torrente impetuoso,
melmoso, angosciante,
per le mani
che andavano perdendo la presa.
Fu una voce a sorpresa
che mi disse che fare
mentre il mare spegneva la
rabbia
che ci stava uccidendo.
Cademmo in letargo
abbracciati e perduti,
imbevuti di fango
ma quasi alla resa.
Gioacchino Ruocco
22.09.017 Ostia Lido
giovedì 21 settembre 2017
mercoledì 20 settembre 2017
Statische mese agosto/settembre 2017
Non so se la statistica che pubblico può far piacere a chi mi legge . A me sicuramente in quanto sono lettori che ritornano a leggermi nel tempo con il loro desiderio di farlo. Se fossero vendite i miei versi mi permettrebbero di vivere discretamente.
Sono onorato che le cose che scrivo riescono a trovare un pubblico che le apprezza e a conservarlo.
Nella statistica totale l'Italia è sopravanzata dagli Stati Uniti che fino ad oggi sta a quota 33183 contro quella dell'Italia con 28769 visualizzazioni di pagine.
Sono pochi quelli che stilano giudizi, ma, facendolo in modo distaccato, spontaneo sento che sono giudizi lusinghieri.
Senza inorgoglirmi confermano i consensi che mi arrivano dal vivo quando sono chiamato a far parte di manifestazioni artistiche nella capitale come ospite in rappresentanza della mia umantà poetica.
Voglio dire grazie a chi mi segue per avermi accordato il proprio consenso e un grazie anche a quelli che si espongono con giudizi che mi onorano che provvederò a riportare nella sezione Pagine di questo Blog.
Sono onorato che le cose che scrivo riescono a trovare un pubblico che le apprezza e a conservarlo.
Nella statistica totale l'Italia è sopravanzata dagli Stati Uniti che fino ad oggi sta a quota 33183 contro quella dell'Italia con 28769 visualizzazioni di pagine.
Sono pochi quelli che stilano giudizi, ma, facendolo in modo distaccato, spontaneo sento che sono giudizi lusinghieri.
Senza inorgoglirmi confermano i consensi che mi arrivano dal vivo quando sono chiamato a far parte di manifestazioni artistiche nella capitale come ospite in rappresentanza della mia umantà poetica.
Voglio dire grazie a chi mi segue per avermi accordato il proprio consenso e un grazie anche a quelli che si espongono con giudizi che mi onorano che provvederò a riportare nella sezione Pagine di questo Blog.
Poche volte....
Poche volte sento in poesia parlar
di verità
mentre la gioia si consuma nel
verso
in cerca di qualcosa che esclami
e ci risvegli dal torpore delle
assonanze
di versi melensi.
Perdiamo troppo tempo, senza
appartenervi,
a quei paesaggi stereotipati
che calamitano la memoria e le
emozioni
pensando a imitazioni che possono
dare
calore al cuore e aria alla
memoria
nel riconoscerne le sembianze
come cura per l’artereosclerosi.
Preferisco l’assolo e no il disinteresse
per tutto quello che ho cercato e
vinto
come premio concreto a questo
affanno
che mi rende vivo e di ricordi
ognora.
Tutte le strade percorse si
affacciano al ricordo
con le atmosfere che ancora vivo
dove mi trasferisco
con i mezzi di oggi per rinnovarli
col mio sentire.
Dove sarò domani è ancora fuori
luogo,
ma sto correndo appresso al
coltello*
che mi ha squarciato il cuore
facendomi invecchiare all’improvviso
nel tuo dolore
per la mia mancata consegna al
paradiso.
Gioacchino Ruocco
20.09.017 Ostia Lido
Constantinos
Kavafis, "Malinconia di Iason di Cleandro, poeta in Commagène" -
Traduzione
Allora cos’è......
Allora cos’è......
Il cielo, ormai sazio di pioggia,
l’ha rovesciata a terra
ove straziandola,
ove annaffiandola
a ristorare le primizie
che ne avevano sete.
Cos’è allora
quella torrenziale e insistente ?
Un castigo
per la povera gente
che da sempre
si arrampica
sulle impossibili
superfici della terra
per rinnovare il suo seme,
per insistere
sulla sua presenza
in questa guerra
di sopravvivenza
che germoglia a volte
sogni di meraviglia,
figli che danno al mondo altra
luce
che portano sentimenti
che ci fanno commuovere
come il suono dell’arpa
o del corno
che arrivano dalla foresta
a scuotere
in un canto di uccelli
la festa del cielo
che porta pensieri di quiete
che lascia dormire
senza timore
fino a sprofondare nel sonno
per farci morire
senza dolore ?
Gioacchino Ruocco
20.09.017 Ostia Lido
domenica 17 settembre 2017
Ero di un'altra riva...
25 giugno 2016
Ero di un'altra riva
Se avanzassi l’ipotesi di un
gioco
neppure capireste
che cosa ci facevo lì
quando la morte mi colse
come gli altri a redimere
gli effetti dei pazzi
saturnali.
Potrei raccontarvi
forse le storie
che andate indagando
vagliando i nostri resti
senz’essere creduta,
tanto lontana è la verità
dei fatti veramente accaduti,
le mummie che nella cenere
conservarono le nostre forme
che gli spiriti lasciarono a
terra
nel vano tentativo
di portarsi in salvo.
Ero di un’altra riva, di una
gente
che veniva presa e portata via
a forza
non come oggi
col desiderio di andare altrove
a cogliere una nuova esistenza.
Densa di gioie era la mia vita
col cuore in tumulto
prossimo alla scelta
di un amore che non trovò
respiro
se non nel pianto
datomi da quelli che mi presero
trascinandomi via
preda dei loro affari
e di giorni di mare passati
con la pioggia sopra al volto
a preservare la mia
disperazione
senza un regalo
per la verginità perduta
e senza un dio
a cui offrirla chiedendo aiuto.
Le mie grida cercarono
di sconvolgere il mondo
che fiero si armava contro
fiere
a dissipare il proprio valore,
la propria morale.
Solo il respiro mi rimase in
gola
per scendere e salire sopra
monti
da cui riscendere
come a rifiorire un altro
giorno
mentre Vesevo intorno
cominciò a risvegliarsi,
dimenticato dio della morte,
rifulgendo di forze nuove
mal sopportando le noie
di quelli che non sacrificavano
a lui nemmeno un giorno
della loro pazzia,
del loro rifuggire dalla noia.
Gioacchino Ruocco
17.09.017 Ostia Lido
mercoledì 13 settembre 2017
Agli stabiesi e agli amici in Florida
Agli stabiesi in Florida
Torna settembre a chiagnere
p’’a troppa nustalgia
c’appriesso me purtaie.
Partette 'e chistu mese
e mò ‘miez’a tempesta
me trovo e astregno ‘e diente.
Nun pozzo dì nu juorno
ca stongo meglio ‘e ll’ate
e quanno ‘o ciuccio arraglia
è ca me manca ‘a paglia.
Primma na buscia
cchiù se puteva dicere
mo ch’è addeventato
tantu cchiù piccerillo
chistu munno
si vaie a funno
‘o sanno tutte quante.
Na cosa sulamente ve prumette
c’appena ‘o tiempo se mette
cu ‘a capa apposta
faccio nu telegramma
Ve manno nu saluto
a tutte quante.
Nun chiagno !
E’ o viento ca me ‘nfonna ‘a faccia
portanno ll’onne ‘nterra.
Ogge me pare a guerra n’ata vota,
ma che v’’e ddico a fà ?.
Ce penza chi ce adda penzà
a farme sta cu ‘e piede ancora ‘nterra.
Vulevo fa pur’io l’americano
ma tengo sempe ‘o core
ch‘é napulitano
ca quanno ‘o tiempo è bello se ne fotte
ma quanno è maletiempo
comme ogge ‘o votte se ne more
nun vede ll’ora
ca torna ‘o sole ‘ncielo,
nu juorno ‘e primmavera
ca senza offenne
quann’è a bella jurnata
se campa overamente
e cu ‘e solde mmane.
Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 13.09.017Spero di sentire la voce di qualcuno di loro. Lo spero vivamente. Ho tanti amici di Castellammare e non a Tampa, a Orlando......... Date Vostre notizie.
sabato 9 settembre 2017
Chest’è Castiellammare!
Immagini da Stabia Channel
Chest’è Castiellammare!
Quanno te cucche a sera
te miette dint’’o lietto
ma quanno po’ te scite
te truove a ‘mmiez’’o mmare
senza cchiù ‘e quatte rote,
senza cchiù 'a lampara,
senza truvà cchiù ‘a via
manco ‘e casa toia.
Sicuro ‘e sta cuieto
siente ‘e girà p’’a casa
mille furmica c’ a stiento
te lasciano ‘o panaro
p’acala a bbascio ‘e sorde
si no qualcuno spara.
E addò vaie
ca si rimasto a ‘ncristo ?
I’ che nuttate triste
e che ghjurnate amare.
Chisto è Castiellammare
‘a qualche tiempo a mò.
E’ bello ‘o mare e ‘o monte
ma cu stu ffuoco ‘nfronte
ca sta brucianno tutto
me sto vestenno a llutto
quase tuu’’e juorne .
‘A villa ? E chi t’’a dà ?
Ogne ghiurnata è mille
e primma ch’essa passa
te fanno nu salasso
ca nun te lassa allerto
Facenno ‘o pare e spara
c’aggia cagnà paese ?
Ma po’ cu troppa pace
nun saccio cchiù campà.
So tutte triatante
a stu paese mio.
Ognuno tene ‘a parte
e ‘a recita a suggetto.
Ma hanno perzo 'o scuorno.
Ma hanno perzo 'o scuorno.
Nun sanno cchiù che r’è !
Basta nu chitammuorto
p'addeventarne ‘nu rre.
Gioacchino Ruocco
09.09.017 Ostia Lido
mercoledì 6 settembre 2017
I fiori che annaffi
I fiori che annaffi
ormai sono spenti
dall’arida estate.
Se speri, ma non speri
che si risveglieranno
secchi dentro a un quaderno,
stai tentando
di dare vigore al pianto
che non ti abbandona.
Te lo leggo
nelle cose che dici
quando mi guardi per capire
da dove arriva
la mia felicità,
la mia pacatezza.
Se mi protendo nel vuoto
non vado in cerca di ebrezze.
Vorrei capire
che cosa mi turba
se guardo di sotto.
Verso il cielo in ascolto
c’è solo speranza
di un tempo migliore.
L’energia si espande
e dà calore alla vita,
nelle mani che con le tue
fanno un abbraccio
ogni volta
che stanno a toccarsi
con tanti sospiri
e ogni parola
è un dono d’amore.
Gioacchino Ruocco
07.089.017
Il tuo sorriso....
Horea Cucèrzan . Blaj . Bucarest . pittore
Il tuo sorriso
Il tuo sorriso mi mise…
mi mise sul volto
il rosso del tramonto
e la felicità nel cuore.
Le tue parole disegnavano
la calma piatta del mare
mentre la loro dolcezza
si perdeva nelle volute
del tabacco che fumavi
come se l’eternità
non avesse più nessuna
possibilità di redimerti.
Non sapevo da dove arrivavi
ma ogni tuo pensiero
era calmo, sereno.
Le tue immagini
appese alle pareti
raccontavano
di una umanità
che mi era vicina.
Le stagioni del tuo volto
erano quelle di un ragazzo
troppo vissuto
che in cambio dell’anima
voleva sentirsi
dentro
ad ogni immagine
della propria vita.
Niente ti era estraneo
neppure l’idea
che un giorno
che deve ancora venire
ci lasceremo con le lacrime agli
occhi
felici di quel poco
che siamo riusciti
a carpire all’universo,
la nostra storia
che a qualcuno
è andata di traverso
per un sorriso schietto
che ci scambiavamo
e il fumo negli occhi
che ci faceva sognare
ore dolci
come gli agrumi
di un mistero svelato
che non dovevamo mangiare.
06.09.017 G.Ruocco
martedì 5 settembre 2017
Partono tutti…
Partono tutti…
Partono tutti
ma per ritrovarsi
più derelitti e stanchi
di come è successo a noi
che da sempre
ci siamo frantumati
lungo un cammino insidioso
avanti e a ritroso
sulle tracce di una storia
ritrovata e poi persa
ancora sorpresi
quando scopriamo
che abbiamo addosso mille vite
e dentro al cuore
tante parole
che non ho mai sentito prima.
Io chi ero mille anni fa ?
Un tartaro, un Unno
o un ebreo errante
a maledire
la condanna subita
di andare di terra in terra
a misurare i desideri
e la pietà degli altri
e la giustizia di quelli che la
fanno
mettendo sulla bilancia
la mano tesa
per prendermi e portare
fin dove è possibile trovare
quel paradiso
che da secoli cerco. ?
Abbasso il capo
di fronte al la guerra
e quando mi trovo
al cospetto di un giusto
piango alle parole
che mi accorda
tendendomi le braccia
della speranza
tirandomi a riva
fin dove il mare avanza
se anche fosse a patire
ma in un giorno diverso
per un futuro
che ancora contro mi viene.
Gioacchino Ruocco
04.09.017
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