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martedì 7 gennaio 2014

Da "ARTE e POESIA" di Gioacchino Ruocco - Edizioni Annuario Comed - 1994

IL SENTIMENTO D’AMORE
NELL’ARTE E NELLA POESIA

            Che cos’è il sentimento d’amore? Da dove nasce? Come si manifesta in ogni sua più sottile sfumatura: dal tenero affetto familiare al desiderio erotico, dalla passione all’emozione,dalla solidarietà verso gli altri all’amore verso Dio, dall’amore verso se stessi a quello verso la natura, gli animali o le cose? Come lo si riconosce e quali effetti produce ?
                Al di là di ogni tentativo di risposta o di definizione, certamente sono gli artisti ed i poeti ad aver creato ,lungo l’arco dei millenni, le immagini e le strutture più pregnanti e le  più belle definizioni del sentimento d’amore.
                Nell’arte, a partire dalla preistoria, le piccole figure femminili, nude e grasse, scolpite in pietra, steatite, osso o  avorio, di cui la più celebre è la Venere di Willendorf, assurgono a simbolo rituale di procreazione e di vita. L’amore coniugale trova il suo archetipo nel gruppo scultoreo del faraone Amenofis IV (1363-1346 a.C.) e della moglie Nefertiti e , più tardi, nel IV secolo a.C, nel famoso Sarcofago degli Sposi, ritrovato a Cerveteri nell’ambito dell’arte funeraria etrusca, dove le figure dei due coniugi, armoniosamente ritmate nelle linee e nei volumi, continuano a vivere nel tempo una loro complicità emotiva. Allo spirito e al gusto dell’ ultima fase del Medioevo è connaturato l’amore verso Dio attraverso un rinnovato sentimento religioso - espressione di una società dinamica che si è saputa lasciare il Feudalesimo alle spalle diventando protagonista della vita cittadina - che si manifesta pienamente nello slancio linearistico verso l’alto  delle strutture e delle vetrate dell’architettura  gotica con cui si costruiscono tra l’XI ed il XII secolo le nuove grandi chiese come la cattedrale di Notre Dame di Parigi e di Chartres, il duomo di Colonia e  quello di Canterbury.
                Il sentimento d’amore verso la natura nei suoi mutevoli aspetti in relazione alle stagioni, all’ora del giorno,ai fenomeni atmosferici ed al luogo viene espresso in maniera sublime da Giorgione (1477-15O7) nel dipinto “La Tempesta”, in una visione poetica in cui la luce modula ed accorda sapientemente i colori, diviene sostanza degli elementi - figure, architetture, alberi, rupi, cielo, acque, etc. - per rivelarne la più intima essenza.
                A destra dell’opera “Riposo nella fuga in Egitto”, Caravaggio (1571-161O) dipinge con la semplicità della vita vera, una mamma che culla il suo bambino e si addormenta con lui  in un rapporto di affetto totale e coinvolgente, sottolineato dalle linee curve e dall’abbandono dei corpi.
                Nel Novecento il sentimento d’amore viene  inteso come dolce malinconia nelle opere di Gustav Klimt, come crudele tensione nelle opere di Egon Schiele, come puro erotismo nel “Bivacco delle Streghe” di Renato Guttuso e come attesa costante, desiderio e disponibilità nelle “Odalische” di Salvatore Fiume.
                 Anche molti versi riflettono e testimoniano questa rara facoltà del sentire: un Anomimo Sumero del 2500 a.C. lo definisce una carezza più dolce del miele, Dioscoride del III secolo a.C. ciò che mi turba, Catullo del I secolo a.C. un fuoco che scorre nelle ossa,Dante Alighieri (1265 - 1321) ciò che fa tremar lo core, William Shakespeare (1564 - 1616) la schiavitù del cuore, John Donne (1573 -1631) un vero universo, l’emisfero migliore, George Byron (1788 -1824) il dolore presente, Percy Shelley (1792 - 1822) una profonda passione dello spirito, Charles Baudelaire (1821 - 1867) un tremendo rovaio di piaceri più mordenti del ghiaccio e dell’acciaio, Guillaume Apollinaire (1880 -1918) primavera purissima e autunno illanguidito, Giuseppe Ungaretti (1888 -1970) le colline d’oro dell’oblio, Anna Achmatova (1889 - 1966) un fuoco che non osa toccare nè oblio nè paura, Paul Eluard (1895 - 1952) il sole forte che inebria, Pablo Neruda (1904 - 1973) sete, ansia senza limite, strada indecisa, Sandro Penna (1906 - 1977) una piena del cuore, Cesare Pavese (1908 - 1950) l’antico tremore che riapre il dolore, ed infine Gioacchino Ruocco che canta il sentimento d’amore come una fantasia di enigmi, il desiderio che corre più avanti, un’ombra che brucia un’immagine vera.
      Sono proprio le liriche di Gioacchino Ruocco - poeta di origine napoletana, ma ormai di adozione romana - ad accompagnare le opere dei cinquantasei artisti contemporanei inseriti in questa monografia.
                La poesia di Gioacchino RUOCCO - spontanea ed imprevedibile, ma non facile, testarda e generosa come il mare che egli tanto ama e  che “alterna onde di conchiglie e di tempeste” - possiede quell’esemplare purezza, quella densità sonora e musicale e quell’intensità di sentimento capaci di prendere per mano, spiare nel cuore, commuovere, mettere a nudo ogni emozione. Un poeta che non ha paura della parola “amore” nelle sue molteplici sfumature ,ma che, anzi, nei suoi versi  si dilata, si trasforma, si spande e sembra, con tutto il suo potere salvifico, l’unica forza e l’unica pulsione in grado di sottrarre l’uomo alla sua irrinunciabile solitudine e al suo dilaniante mistero di vita e di morte.
                Arte e Poesia sono due attività legate intimamente sia perchè gli artisti fin dall’antichità - basti ricordare la dottrina dell’UT PICTURA POESIS che da Simonide di Ceo (556 - 467 a.C.) viene elaborata in tempi e modi diversi da Orazio, Plutarco, Platone, Cicerone, ecc. - hanno liberamente interpretato i testi poetici  e letterari (basti ricordare la splendida serie di opere che Pablo Picasso ha dedicato al Don Chisciotte di Cervantes o quella di Salvador Dalì alla Divina Commedia di Dante Alighieri), sia perchè sono fondamentalmente identiche nel contenuto altamente spirituale e nella  finalità che é quella di una comunicazione a livello profondo pregna di valori etici, sociali, estetici e formali.
                Entrando nel vivo della cultura moderna tutte le grandi correnti - Impressionismo, Espressionismo, Simbolismo, Futurismo, Cubismo, ecc. - si sono sviluppate sia nella  poesia che nei temi e nelle forme dell’arte. A Parigi, per esempio, Eduard Manet (1832 - 1883) - in un certo senso promotore del rinnovamento del linguaggio artistico degli Impressionisti, anche se, grande disegnatore com’era, non ha aderito completamente alla nuova visione basata sugli effetti dei toni di colore attraversati dalla luce -  amico di Zola e Mallarmè, si ispira al poeta Charles Baudelaire, per dipingere opere indimenticabili come il “Bevitore d’assenzio” e “Musica alle Tuilleries”.
                Il poeta  francese Guillaume Apollinaire (1888 - 1918) é uno dei più convinti promotori delle avanguardie letterarie e pittoriche del Novecento. Prima della guerra al “Bateau Lavoir”, il palazzo di Montmartre coi muri di legno in cui lavorano i pittori o al Café de Flore riunisce pittori e poeti come Vlaminck, Derain, Picasso, Salmon, Jacob, ecc. e, come riferisce Andrè Billy, accanto a lui cammina sui marciapiedi di Montparnasse e di Saint Germain des Prés tutto lo stato maggiore cosmopolita de l’esprit nouveau. La  sua raccolta di brevi componimenti “Corteo di Orfeo” viene illustrata dal pittore Dufy, dedica uno studio a “I pittori cubisti” e scrive il manifesto sintesi “L’antitradizione futurista” per Marinetti.
      Anche in Italia i musicisti, gli scrittori, gli artisti ed i poeti si scambiano idee, emozioni, sensazioni e questa continua osmosi tra le arti culmina dal 19O9 con l’ARTE GLOBALE del Futurismo i cui protagonisti - il poeta Tommaso Maria Marinetti ed i pittori Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Gino Severini e Giacomo Balla - in rottura con il passato e la società, esaltano il dinamismo, la vita eroica, la civiltà meccanica, sconfinano in aree sociali e politiche e, al di là della  diversità di materiali e di tecniche di elaborazione, coinvolgono in un nuovo senso del vivere ed in un’ unica ideologia pittura, scultura, grafica, architettura,scenografia, musica, teatro, cabaret, letteratura e cinema.
                Alle soglie del Duemila un fitto dialogo fra le arti diviene sempre più importante, poiché la cultura nella sua totalità é l’unica attività umana capace di contrastare le istanze corrosive che promanano dalla società contemporanea.
                                                                                                                             Anna IOZZINO

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