IL
SENTIMENTO D’AMORE
NELL’ARTE
E NELLA POESIA
Che cos’è il sentimento d’amore? Da
dove nasce? Come si manifesta in ogni sua più sottile sfumatura: dal tenero
affetto familiare al desiderio erotico, dalla passione all’emozione,dalla
solidarietà verso gli altri all’amore verso Dio, dall’amore verso se stessi a
quello verso la natura, gli animali o le cose? Come lo si riconosce e quali
effetti produce ?
Al
di là di ogni tentativo di risposta o di definizione, certamente sono gli
artisti ed i poeti ad aver creato ,lungo l’arco dei millenni, le immagini e le
strutture più pregnanti e le più belle
definizioni del sentimento d’amore.
Nell’arte,
a partire dalla preistoria, le piccole figure femminili, nude e grasse,
scolpite in pietra, steatite, osso o
avorio, di cui la più celebre è la Venere di Willendorf, assurgono a
simbolo rituale di procreazione e di vita. L’amore coniugale trova il suo
archetipo nel gruppo scultoreo del faraone Amenofis IV (1363-1346 a .C.) e della moglie
Nefertiti e , più tardi, nel IV secolo a.C, nel famoso Sarcofago degli Sposi,
ritrovato a Cerveteri nell’ambito dell’arte funeraria etrusca, dove le figure
dei due coniugi, armoniosamente ritmate nelle linee e nei volumi, continuano a
vivere nel tempo una loro complicità emotiva. Allo spirito e al gusto dell’
ultima fase del Medioevo è connaturato l’amore verso Dio attraverso un
rinnovato sentimento religioso - espressione di una società dinamica che si è
saputa lasciare il Feudalesimo alle spalle diventando protagonista della vita
cittadina - che si manifesta pienamente nello slancio linearistico verso
l’alto delle strutture e delle vetrate
dell’architettura gotica con cui si
costruiscono tra l’XI ed il XII secolo le nuove grandi chiese come la
cattedrale di Notre Dame di Parigi e di Chartres, il duomo di Colonia e quello di Canterbury.
Il sentimento d’amore verso la
natura nei suoi mutevoli aspetti in relazione alle stagioni, all’ora del
giorno,ai fenomeni atmosferici ed al luogo viene espresso in maniera sublime da
Giorgione (1477-15O7) nel dipinto “La Tempesta”, in una visione poetica in cui
la luce modula ed accorda sapientemente i colori, diviene sostanza degli
elementi - figure, architetture, alberi, rupi, cielo, acque, etc. - per
rivelarne la più intima essenza.
A destra dell’opera “Riposo nella fuga
in Egitto”, Caravaggio (1571-161O) dipinge con la semplicità della vita vera,
una mamma che culla il suo bambino e si addormenta con lui in un rapporto di affetto totale e coinvolgente,
sottolineato dalle linee curve e dall’abbandono dei corpi.
Nel
Novecento il sentimento d’amore viene
inteso come dolce malinconia nelle opere di Gustav Klimt, come crudele
tensione nelle opere di Egon Schiele, come puro erotismo nel “Bivacco delle
Streghe” di Renato Guttuso e come attesa costante, desiderio e disponibilità
nelle “Odalische” di Salvatore Fiume.
Anche molti versi riflettono e testimoniano
questa rara facoltà del sentire: un Anomimo Sumero del 2500 a .C. lo definisce una
carezza più dolce del miele, Dioscoride del III secolo a.C. ciò che mi turba,
Catullo del I secolo a.C. un fuoco che scorre nelle ossa,Dante Alighieri (1265
- 1321) ciò che fa tremar lo core, William Shakespeare (1564 - 1616) la
schiavitù del cuore, John Donne (1573 -1631) un vero universo, l’emisfero
migliore, George Byron (1788 -1824) il dolore presente, Percy Shelley (1792 -
1822) una profonda passione dello spirito, Charles Baudelaire (1821 - 1867) un
tremendo rovaio di piaceri più mordenti del ghiaccio e dell’acciaio, Guillaume
Apollinaire (1880 -1918) primavera purissima e autunno illanguidito, Giuseppe
Ungaretti (1888 -1970) le colline d’oro dell’oblio, Anna Achmatova (1889 -
1966) un fuoco che non osa toccare nè oblio nè paura, Paul Eluard (1895 - 1952)
il sole forte che inebria, Pablo Neruda (1904 - 1973) sete, ansia senza limite,
strada indecisa, Sandro Penna (1906 - 1977) una piena del cuore, Cesare Pavese
(1908 - 1950) l’antico tremore che riapre il dolore, ed infine Gioacchino
Ruocco che canta il sentimento d’amore come una fantasia di enigmi, il
desiderio che corre più avanti, un’ombra che brucia un’immagine vera.
Sono proprio le liriche di Gioacchino
Ruocco - poeta di origine napoletana, ma ormai di adozione romana - ad
accompagnare le opere dei cinquantasei artisti contemporanei inseriti in questa
monografia.
La
poesia di Gioacchino RUOCCO - spontanea ed imprevedibile, ma non facile,
testarda e generosa come il mare che egli tanto ama e che “alterna onde di conchiglie e di
tempeste” - possiede quell’esemplare purezza, quella densità sonora e musicale
e quell’intensità di sentimento capaci di prendere per mano, spiare nel cuore,
commuovere, mettere a nudo ogni emozione. Un poeta che non ha paura della
parola “amore” nelle sue molteplici sfumature ,ma che, anzi, nei suoi
versi si dilata, si trasforma, si spande
e sembra, con tutto il suo potere salvifico, l’unica forza e l’unica pulsione
in grado di sottrarre l’uomo alla sua irrinunciabile solitudine e al suo
dilaniante mistero di vita e di morte.
Arte
e Poesia sono due attività legate intimamente sia perchè gli artisti fin
dall’antichità - basti ricordare la dottrina dell’UT PICTURA POESIS che da
Simonide di Ceo (556 - 467 a .C.)
viene elaborata in tempi e modi diversi da Orazio, Plutarco, Platone, Cicerone,
ecc. - hanno liberamente interpretato i testi poetici e letterari (basti ricordare la splendida
serie di opere che Pablo Picasso ha dedicato al Don Chisciotte di Cervantes o
quella di Salvador Dalì alla Divina Commedia di Dante Alighieri), sia perchè
sono fondamentalmente identiche nel contenuto altamente spirituale e nella finalità che é quella di una comunicazione a
livello profondo pregna di valori etici, sociali, estetici e formali.
Entrando
nel vivo della cultura moderna tutte le grandi correnti - Impressionismo,
Espressionismo, Simbolismo, Futurismo, Cubismo, ecc. - si sono sviluppate sia
nella poesia che nei temi e nelle forme
dell’arte. A Parigi, per esempio, Eduard Manet (1832 - 1883) - in un certo
senso promotore del rinnovamento del linguaggio artistico degli Impressionisti,
anche se, grande disegnatore com’era, non ha aderito completamente alla nuova
visione basata sugli effetti dei toni di colore attraversati dalla luce - amico di Zola e Mallarmè, si ispira al poeta
Charles Baudelaire, per dipingere opere indimenticabili come il “Bevitore
d’assenzio” e “Musica alle Tuilleries”.
Il
poeta francese Guillaume Apollinaire
(1888 - 1918) é uno dei più convinti promotori delle avanguardie letterarie e
pittoriche del Novecento. Prima della guerra al “Bateau Lavoir”, il palazzo di
Montmartre coi muri di legno in cui lavorano i pittori o al Café de Flore
riunisce pittori e poeti come Vlaminck, Derain, Picasso, Salmon, Jacob, ecc. e,
come riferisce Andrè Billy, accanto a lui cammina sui marciapiedi di
Montparnasse e di Saint Germain des Prés tutto lo stato maggiore cosmopolita de
l’esprit nouveau. La sua raccolta di
brevi componimenti “Corteo di Orfeo” viene illustrata dal pittore Dufy, dedica
uno studio a “I pittori cubisti” e scrive il manifesto sintesi
“L’antitradizione futurista” per Marinetti.
Anche in Italia i musicisti, gli
scrittori, gli artisti ed i poeti si scambiano idee, emozioni, sensazioni e
questa continua osmosi tra le arti culmina dal 19O9 con l’ARTE GLOBALE del
Futurismo i cui protagonisti - il poeta Tommaso Maria Marinetti ed i pittori
Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Gino Severini e Giacomo Balla -
in rottura con il passato e la società, esaltano il dinamismo, la vita eroica,
la civiltà meccanica, sconfinano in aree sociali e politiche e, al di là
della diversità di materiali e di
tecniche di elaborazione, coinvolgono in un nuovo senso del vivere ed in un’
unica ideologia pittura, scultura, grafica, architettura,scenografia, musica,
teatro, cabaret, letteratura e cinema.
Alle
soglie del Duemila un fitto dialogo fra le arti diviene sempre più importante,
poiché la cultura nella sua totalità é l’unica attività umana capace di
contrastare le istanze corrosive che promanano dalla società contemporanea.
Anna IOZZINO
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