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venerdì 8 giugno 2018






La morte come pensiero fisso
non allieverà le nostre pene
con l’incertezza che si porta appresso
di un deserto a venire
come sarà che sia
la grande profezia
dell’ultim’ora.

Divideranno i buoni dai cattivi,
i perfetti dai perfetti
anche se il nostro divenire
arriva sempre ad interrompersi
per qualche accidenti
che non è un mal di denti
ma un mal di cuori.

Come pensiero fisso
ritornerò ad essere energia
di un universo
che si va espandendo
come a colmare il vuoto
che non si sa cos’è,
che cosa lo produce.

Ci espanderemo nella luce soffusa
degli astri in lontananza
nell’anima di Dio,
del creatore
che ancora avanza come idea fissa
anche se in lontananza
non lo intravedo ancora.

Lo sento intorno
nel dolore del trapasso
come in quello della nascita
quando le grida di mia madre
nel suo lacerarsi
arrivarono al cielo
calmandosi soltanto
quando mi prese in braccio
e mi guardò desiderosa
di darmi un bacio sulla fronte.

La morte non mi annoia.
Il tedio universale
sarà una percorrenza senza limiti
per ritornare al punto di partenza
sicuro
che niente si crea
e niente si distrugge
ed il dolore eterno
non fugge, non esiste.

Gioacchino Ruocco
09.06.018   Ostia Lido

Inserita nella raccolta “Senza titoli…”

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